Minneapolis, la giuria inchioda Chauvin: “Colpevole dell’omicidio di George Floyd”

La sua operazione politica era fallita, ma le ferite dell’America erano vere, e hanno continuato a sanguinare anche dopo l’elezione di Biden, come hanno dimostrato negli ultimi giorni le uccisioni del tredicenne Adam Toledo a Chicago, e Daunte Wright ancora in Minnesota. Perciò il verdetto era diventato un banco di prova, atteso da tutte le minoranze per vedere se il sistema era capace di fare giustizia, e ripartire per ricostruire la pace, oppure se lo scontro era l’unica via possibile. George Floyd, l’appello delle sorelle: “Eliminate i video della morte”

Nell’arringa conclusiva il procuratore Schleicher aveva sollecitato i giurati a condannare Chauvin con queste parole: «Credete ai vostri occhi. Questa non è stata un’operazione di polizia, ma un omicidio». Quindi era andato oltre l’evidenza del video, in cui tutta l’America aveva visto Floyd morire soffocato: «Chauvin lo ha fatto apposta. Voleva vincere. Il suo orgoglio ha prevalso sul dovere». Eric Nelson, avvocato dell’ex poliziotto, aveva cercato di insinuare nei giurati il «dubbio ragionevole». Aveva basato la difesa su tre punti: primo, la demolizione del carattere di George; secondo, la giustificazione della forza usata da Derek; terzo, le droghe usate dalla vittima e i suoi problemi di cuore, che sarebbero state le vere cause della morte. Morte George Floyd, nel nuovo video dell’arresto l’uomo afferma: “Dite ai miei figli che li amo, sono morto”

Minneapolis ha atteso il verdetto in stato d’assedio, con 3.000 soldati della Guardia Nazionale e 1.100 poliziotti a presidiare le strade. Ma a trattenere il fiato era l’intero paese. In campagna elettorale Biden aveva promesso di riformare la polizia e sanare il razzismo sistemico che ancora affligge il paese. Ora ha l’occasione di cambiare davvero l’America.

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