Il video choc di Grillo arriva in Parlamento. L’imbarazzo del M5S
alessandro di matteo
ROMA. Il Grillo furioso finisce sotto processo in Parlamento, il video in cui il fondatore del Movimento 5 stelle difende il figlio coinvolto in una inchiesta per stupro diventa oggetto di dibattito alla Camera e persino tra i 5 stelle cominciano ad emergere malumori. Un caos che certo non semplifica la vita di Giuseppe Conte, impegnato a rilanciare un Movimento già abbastanza dilaniato al proprio interno. L’ex premier, pressato da molti parlamentari 5 stelle e dal Pd, alla fine è costretto a prendere le distanze da Grillo, perché quelle parole sulla ragazza che non sarebbe credibile perché ha denunciato solo una settimana dopo sono davvero poco difendibili. Nella bagarre, peraltro, entra anche la moglie di Beppe Grillo, Parvin Tadjik, che sui social network risponde a Maria Elena Boschi che l’altro ieri aveva attaccato “l’elevato” definendo «una vergogna» le sue parole.
La Tadjik assicura che esiste un «un video che testimonia l’innocenza dei ragazzi, dove si vede che lei (la ragazza che ha denunciato lo stupro, ndr) è consenziente». La moglie di Grillo prova a spostare l’attenzione dalla discussione sulla denuncia in ritardo, forse nella consapevolezza che questo argomento è quello troppo spesso usato da chi è accusato di stupro. «La data della denuncia è solo un particolare». Parole che la Boschi non lascia correre: «Io non faccio il processo sui social, gentile signora. Le sentenze le decidono i magistrati, non i tweet delle mamme. Aspetti il processo anche lei e spieghi a suo marito che è meglio credere nella giustizia anziché fomentare l’odio con il giustizialismo». La capogruppo di Iv coglie anche l’occasione per ricordare: «Per me suo figlio Ciro è innocente fino a sentenza passata in giudicato. Suo marito Beppe invece è colpevole di aver creato un clima d’odio vergognoso. Odio contro di me, contro mio padre, ma soprattutto contro tanti italiani che non possono difendersi», E per Giulia Bongiorno, l’avvocato che difende la ragazza, il video è certamente una prova, ma contro Ciro Grillo: «E’ un boomerang. Porterò il video di Beppe Grillo in Procura perché reputo che sia una prova a carico, documenta una mentalità». Quella del fondatore M5s, assicura, è una linea tipica degli accusati di violenza sessuale, «una strategia che tende a sostituire i ruoli processuali: le ragazze diventano imputate. La famiglia della ragazza ieri era totalmente distrutta, tra lacrime e disperazione. Stanotte non si è dormito, il dolore si è amplificato».
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