L’azzardo del capitano
Per questa strada, oltre a rubare a Salvini preziose percentuali nei sondaggi, segnalandosi per un trend in costante ascesa, inverso a quello discendente del Capitano, Meloni s’è avviata a diventare, non solo la leader del suo partito, ma dell’intero centrodestra oltre che della parte più radicale del popolo leghista.
Ecco perché Salvini ha saltato il fosso, con uno dei suoi gesti d’impeto che ricordano l’estate del 2019, quando fece cadere il governo gialloverde. Rimane da vedere, però, cosa succederà quando il decreto riaperture approderà in Parlamento. La telefonata serale di chiarimento tra il premier e il leader leghista fa pensare che un divieto difficile da rispettare come il coprifuoco alle 22, nell’Italia che s’avvia alla sua seconda estate di pandemia, possa essere rivisto a breve, cancellando le ragioni del dissenso. E tuttavia Salvini resta al bivio: se dà retta a se stesso, presto o tardi porterà la Lega fuori dal governo. Da un governo, è bene precisarlo, del tutto diverso da quello di Monti, da cui l’intero centrodestra decise di allontanarsi nel 2012, dopo appena un anno, preparandosi alla campagna elettorale del 2013. Monti infatti guidava un esecutivo chiamato a una politica economica “lacrime e sangue”, per affrontare la crisi economica ed evitare l’uscita dell’Italia dal sistema euro.
Draghi, al contrario, ha un compito difficile ma in un certo senso opposto: deve investire il fiume di denaro che l’Europa ci ha messo a disposizione per la ricostruzione post-Covid, e porre le condizioni per la ripresa. Non appena questo lavoro avrà materialmente inizio, passando dalla fase dei progetti a quella delle realizzazioni, fare l’opposizione a un governo che spende, invece di tagliare e aumentare le tasse, diventerà molto più complicato. Salvini questo lo sa. Ed è il motivo del suo tormento, che dovrebbe spingerlo a un ripensamento, prima di compiere il passo fatale dettato dal suo istinto.
LA STAMPA
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