Italia più moderna in un’Europa solidale, la sfida del governo per salvare i giovani
Il lavoro agile
La
scarsa familiarità con le nuove tecnologie digitali caratterizza
d’altronde anche il settore pubblico. Prima dello scoppio della
pandemia, il 98,8% dei dipendenti dell’amministrazione pubblica in
Italia non aveva mai utilizzato il lavoro agile. Anche durante la
pandemia, a fronte di un potenziale di lavoro agile nei servizi pubblici
pari a circa il 36%, l’utilizzo effettivo è stato del 33%, con livelli
più bassi, di circa 10 punti percentuali, nel Mezzogiorno.
Gli investimenti
Questi
ritardi sono in parte legati al calo degli investimenti pubblici e
privati, che hanno rallentato i necessari processi di modernizzazione
della pubblica amministrazione, delle infrastrutture e delle filiere
produttive. Nel ventennio 1999-2019 gli investimenti totali in Italia
sono cresciuti del 66% a fronte del 118% nella zona euro. In
particolare, mentre la quota di investimenti privati è aumentata, quella
degli investimenti pubblici è diminuita, passando dal 14,5% degli
investimenti totali nel 1999 al 12,7% fino al 2019.
Le ultime riforme
…Un recente studio della Banca d’Italia trova che le riforme introdotte nell’ultimo decennio in materia di giustizia civile, liberalizzazione dei servizi e incentivi all’innovazione hanno contribuito ad accrescere il Pil nel 2019 di una percentuale tra il 3% e il 6%, con ulteriori effetti previsti nel decennio successivo. È un impatto significativo, che può essere ulteriormente rafforzato con una nuova agenda di semplificazioni…
Il Programma NgEu
L’Unione
Europea ha risposto alla crisi pandemica con il Next generation Eu
(NgEu). È un programma di portata e ambizione inedite, che prevede
investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e
digitale; migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori; e
conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e
generazionale…
Le risorse
L’Italia
è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali
strumenti del NgEu, il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (Rrf) e
il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di
Europa (React-Eu). Il solo Rrf garantisce risorse per 191,5 miliardi di
euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi
sono sovvenzioni a fondo perduto. L’Italia intende inoltre utilizzare
appieno la propria capacità di finanziamento tramite i prestiti della
Rrf, che per il nostro Paese è stimata in 122,6 miliardi…
Le sei missioni
Le
sei Missioni del Piano sono: digitalizzazione, innovazione,
competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture
per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e
coesione; salute. Il Piano è in piena coerenza con i sei pilastri del
NgEu e soddisfa i parametri fissati dai regolamenti europei, con una
quota di progetti ‘verdi’ pari al 38% del totale e di progetti digitali del 25%.
Il Mezzogiorno
Il
40% circa delle risorse del Piano sono destinate al Mezzogiorno, a
testimonianza dell’attenzione al tema del riequilibrio territoriale. Il
Piano è fortemente orientato all’inclusione di genere e al sostegno
all’istruzione, formazione e occupazione dei giovani e contribuisce a
ciascuno dei sette progetti di punta (European flagships) della
Strategia annuale sulla crescita sostenibile dell’Ue. Gli impatti
ambientali indiretti sono stati valutati e la loro entità minimizzata in
linea col principio del «non arrecare danni significativi»
all’ambiente… che ispira il NgEu.
Le nuove riforme
Il Piano
comprende un ambizioso progetto di riforme. Il governo intende attuare
quattro importanti riforme di contesto – pubblica amministrazione,
giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della
concorrenza. Inoltre, sono previste iniziative di modernizzazione del
mercato del lavoro; di rafforzamento della concorrenza nel mercato dei
prodotti e dei servizi. È prevista infine una riforma fiscale, che
affronti anche il tema delle imposte e dei sussidi ambientali…
La crescita
Il
governo stima che gli investimenti previsti nel piano avranno un
impatto significativo sulle principali variabili macroeconomiche e sugli
indicatori di inclusione, equità e sviluppo sostenibile (Sdgs). Nel
2026, l’anno di conclusione del Piano, il prodotto interno lordo sarà di
almeno 3,6% più alto rispetto all’andamento tendenziale e l’occupazione
di quasi 3 punti percentuali. Gli investimenti previsti nel Piano
porteranno inoltre a miglioramenti marcati negli indicatori che misurano
la povertà, le diseguaglianze di reddito e l’inclusione di genere, e un
marcato calo del tasso di disoccupazione giovanile. Il programma di
riforme potrà ulteriormente accrescere questi impatti.
La creatività e la progettazione
Il
Pnrr è parte di una più ampia e ambiziosa strategia per
l’ammodernamento del Paese. Il governo intende aggiornare e perfezionare
le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile;
ambiente e clima; idrogeno; automotive; filiera della salute. L’Italia
deve combinare immaginazione e creatività a capacità progettuale e
concretezza. Il governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle
prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più
forte e solidale.
*Estratto della relazione del presidente del Consiglio sul Piano nazionale di ripresa e resilienza
LA STAMPA
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