Le scuse della sindaca

Che la sindaca Virginia Raggi abbia convocato i vertici della municipalizzata Ama per chiedere loro di risolvere con urgenza lo scempio dei cadaveri insepolti è una buona e insieme terribile notizia. Buona naturalmente, perché da molti e molti mesi – come abbiamo raccontato più volte in queste righe dando voce ai parenti dei morti in attesa di cremazione – la situazione del cimitero di Prima Porta è al collasso, le bare sono accatastate in magazzini di fortuna, l’unico impianto di cremazione di tutta la capitale ha una lista d’attesa di due mesi di media.
C’è stato chi ha affisso manifesti per strada per scusarsi con la madre, chi ha scritto lettere ai giornali, chi – come Elisa e Daniela, le cui parole abbiamo pubblicato in questo spazio – ha chiesto aiuto, senza ottenerlo. Ci sono state, naturalmente, inchieste giornalistiche e televisive a documentare lo scempio indegno.
Hanno parlato titolari di imprese funebri, sindacalisti, dipendenti del municipio che svolgono servizio nell’Azienda di cui si tratta. Una cittadina ha denunciato che un operaio Ama le ha chiesto denaro per sistemare la questione fuori dall’orario di lavoro. Dubito molto che la sindaca non ne fosse al corrente, avrà pure – se non altri sensori – qualcuno che le faccia una rassegna stampa.
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