Recovery, Draghi: “E’ la chiave del destino del nostro Paese”. Ecobonus fino al 2023 e poi: “Se cresce il Sud, cresce l’Italia”
«Un intervento epocale che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica». Così da Palazzo Chigi hanno definito il discorso preparato dal presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, per presentare il recovery plan che sarà inviato a Bruxelles entro fine settimana. «Sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr pur nella sua storica importanza sia solo un insieme di progetti, di numeri, scadenze, obiettivi» ha esordito Draghi sottolineando che «Nell’insieme dei programmi c’è anche e soprattutto il destino del Paese» perché nel Pnrr c’è «la misura di quello che sarà il suo ruolo nella comunità internazionale, la sua credibilità e reputazione come fondatore Ue e protagonista del mondo occidentale. E’ questione non solo di reddito e benessere, ma di valori civili e sentimenti che nessun numero e nessuna tabella potrà mai rappresentare». Motivo per cui «ritardi e inefficienze, peseranno sulle nostre vite e forse non ci sarà la possibilità di rimediare».
L’obiettivo d’altra parte è ambizioso: se da un lato è cruciale riparare i danni della pandemia che colpito l’Italia più degli altri Paesi europei, dall’altro è un’occasione unica per rilanciare la crescita e la produttività superando le debolezze strutturali che da decenni zavorrano la Penisola. Nel dettaglio, le riforme e gli investimenti sono corredati da obiettivi quantitativi e traguardi intermedi e sono organizzati in sei missioni con progetti che mirano ad «affrontare tre nodi strutturali del nostro Paese, che costituiscono obiettivi orizzontali dell’intero Piano. Si tratta di colmare le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, perché se cresce il Sud, cresce tutta l’Italia, e le diseguaglianze di genere e i divari generazionali».
Anche perché come ha ricordato il premier «il Pil è caduto dell’ 8,7% e i giovani con le donne hanno sofferto di più il calo dell’occupazione. Le misure di sostegno hanno attutito l’impatto sociale ma questo si è sentito sulle fasce più deboli». Una missione tutt’altro che banale e per questo Draghi ha citato anche De Gasperi: «All’indomani della celebrazione del 25 aprile, vorrei ricordare le parole di uno dei padri della nostra Repubblica che nel 1943 scriveva: “Il funzionamento della democrazia economica esige disinteresse, come quello della democrazia politica suppone la virtù del carattere. L’opera di rinnovamento fallirà, se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini disinteressati pronti a faticare e a sacrificarsi per il bene comune”. A noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani».
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