Draghi: “Nel Recovery Plan c’è il destino dell’Italia: al Green e al Sud il 40% dei prestiti, il 27% al Digitale”

“Sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr pur nella sua storica importanza sia solo un insieme di progetti, numeri, scadenze. Nell’insieme dei programmi c’è anche e soprattutto il destino del Paese”. Lo dice, alla Camera, il premier Mario Draghi sul Recovery. Draghi presenta il piano (da 191,5 miliardi) e i principali assi entro cui viaggerà il progetto: “Sud, Digitalizzazione e Green, ma anche riforma della giustizia e puntare su donne e giovani“.

“Il Pnrr affronta debolezze che affliggono la nostra economia” “Ringrazio Regioni, Province e Comuni, gli enti locali sono stati determinanti per la riuscita del Piano”, afferma Draghi evidenziando: “Sono infatti responsabili della realizzazione di quasi 90 miliardi di investimenti, circa il 40 percento del totale, in particolare con riferimento alla transizione ecologica, all’inclusione e coesione sociale e alla salute. Con una prospettiva più di medio-lungo termine, il Piano affronta alcune debolezze che affliggono la nostra economia e la nostra società da decenni: i perduranti divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano e fisico. Infine, le risorse del Piano contribuiscono a dare impulso a una compiuta transizione ecologica”.

“Superare debolezze strutturali” Il piano, che capta i prestiti Ue, sarà “articolato in progetti di investimento e riforme – afferma -. L’accento sulle riforme è fondamentale. Queste non solo consentono di dare efficacia e rapida attuazione agli stessi investimenti, ma anche di superare le debolezze strutturali che hanno per lungo tempo rallentato la crescita e determinato livelli occupazionali insoddisfacenti, soprattutto per i giovani e le donne”.

“Risorse Ue pari a 191,5 miliardi” “Le risorse fornite attraverso il Dispositivo di ripresa e resilienza della Ue sono pari a 191,5 miliardi – spiega -. L’esecutivo ha deciso di stanziare ulteriori 30,6 miliardi per il finanziamento di un Piano nazionale complementare da affiancare al dispositivo europeo. Questo piano complementare finanzia progetti coerenti con le strategie del Pnrr, che tuttavia eccedevano il tetto di risorse ottenibili dal dispositivo europeo. Il Pnrr e il Piano complementare sono stati disegnati in modo integrato: anche i progetti del secondo avranno gli stessi strumenti attuativi”.

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