Fisco: rinvio delle cartelle e nuova Irpef. Ecco il piano tasse (senza flat tax)
Semplificazione
Sarà una delle parole-chiave della riforma. Per questo il premier, Mario Draghi, non ha mai nascosto, fin dal suo discorso di insediamento, di guardare al modello danese, riformato una decina di anni fa istituendo, anche in quel caso, una commissione di esperti ad hoc. Il sistema ha alleggerito il carico fiscale sul lavoro ma ha anche portato il sistema a due aliquote base più una terza che si applica a livello municipale. La progressività è garantita da un sistema di deduzioni e l’imposta massima non può superare il 52%. L’estrema semplicità delle aliquote consente anche una maggiore incisività nei controlli.
Addio flat tax
Sembra ormai tramontata l’ipotesi, particolarmente cara alla Lega, della flat-tax o dell’imposta unica al 15%: non piace né al Fmi né a Bruxelles ed è stata a malapena digerita anche nella versione più soft, che riguarda attualmente solo le partite Iva fino a 65mila euro di reddito. Potrebbe finire nel dimenticatoio anche il disegno dei Cinquestelle per una riduzione delle aliquote Irpef da 5 a 3. Cresce, invece, dalle parti del Ministero dell’Economia, l’interesse sul modello tedesco, basato su 4 scaglioni e una maxi aliquota variabile che cresce progressivamente al reddito percepito.
Attenti agli immobili
La riforma fiscale, però, potrebbe riservare ancora brutte sorprese per i proprietari di immobili. Non è un segreto che da anni Bruxelles chiede una revisione radicale degli attuali estimi catastali, che i Comuni non hanno mai aggiornati e che spesso risultano con valori decisamente non in linea con quelli del mercato. Ma nel ’frullatore’ della riforma potrebbe finire anche l’esenzione dell’Imu sulla prima casa, altro capitolo che l’Europa non ha mai digerito.
QN.NET
Pages: 1 2