Mutuo casa giovani con la garanzia dello Stato: anticipo addio, la misura per gli under 35
Pnrr, dagli asili nido alla certificazione aziendale: si accelera sulla parità di genere
Il fondo istituito a fine 2013 è stato più volte rifinanziato – l’ultima volta nel 2020 con 100 milioni – ma per vari motivi, compresa l’adesione non totale del sistema bancario, ha avuto una diffusione limitata. Il governo punta a rafforzare ed estendere questo schema, che al momento fornisce una garanzia fino al 50 per cento, per un importo complessivo del finanziamento che può arrivare a 250 mila euro. I contorni generali della platea dovrebbero restare gli stessi, con un limite di età fissato a 35 anni. Esistono però attualmente alcuni criteri prioritari per l’assegnazione del beneficio, che premiano le giovani coppie coniugate, i nuclei monogenitoriali con figli e altre categorie. L’intenzione è allargare le maglie, oltre a prevedere un finanziamento più robusto di quello attuale. Non è escluso che il provvedimento sia accompagnato da un ampliamento della detrazione fiscale che oggi permette di risparmiare il 19 per cento degli interessi, su una spesa massima di 4 mila euro l’anno: la soglia potrebbe essere estesa per garantire un ulteriore vantaggio anche sul fronte delle rate da versare.
Tra le altre voci citate dal presidente del Consiglio che vanno nella direzione del sostegno ai giovani ci sono gli 1,8 miliardi per la competitività delle imprese turistiche, una quota dei quali è destinata alla creazione di imprese under 35, e i 600 milioni per il rafforzamento del sistema di istruzione duale che almeno nelle intenzioni dovrebbe favorire l’inserimento professionale. Intanto resta caldo il tema superbonus. L’impegno preso dal ministero dell’Economia di garantire con la prossima legge di Bilancio un finanziamento aggiuntivo e la proroga a tutto il 2023 non tranquillizza del tutto il Movimento Cinque Stelle. Alla Camera Draghi ha evidenziato come non ci sia alcun taglio rispetto allo stanziamento complessivo di 18 miliardi. Nella versione definitiva del Pnnr però una quota più consistente (13,8 miliardi invece di 10,2) è stata dirottata sui fondi europei veri e propri: i restanti 4,7 vengono invece dal Fondo complementare finanziato con risorse nazionali.
IL MESSAGGERO
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