Scuola, scatta il “Piano estate”: partecipazione volontaria
La partecipazione degli studenti al “Piano estate” per la scuola, che prevede istituti aperti a luglio e agosto per recuperare la socialità persa in questi mesi di pandemia, sarà volontaria sia per gli studenti che per i docenti. Le attività potranno svolgersi in spazi aperti delle scuole e del territorio, teatri, cinema, musei, biblioteche, parchi e centri sportivi, con il coinvolgimento del terzo settore, di educatori ed esperti esterni.
Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, lo definisce un “ponte” tra questo e il prossimo anno, per “costruire un nuovo inizio” e che prevede un investimento da 510 milioni di euro.
Tre fasi – Il piano è stato pensato in tre fasi: potenziamento degli apprendimenti a giugno, recupero della socialità a luglio e agosto, accoglienza a settembre fino all’avvio delle lezioni. Si farà largo uso di laboratori, ma anche di attività educative incentrate su musica, arte, sport, digitale, percorsi sulla legalità e sulla sostenibilità, sulla tutela ambientale.
Bianchi: “La scuola non si è mai fermata” – “La scuola
non si è mai fermata durante tutta la pandemia. E’ rimasta sempre in
contatto con le nostre ragazze e i nostri ragazzi”, precisa Bianchi.
“L’emergenza sanitaria ha inevitabilmente accentuato problematiche
preesistenti, ha evidenziato le diseguaglianze e accresciuto le
fragilità”, afferma assicurando che riporterà la scuola “al centro della
comunità”, lavorando insieme ai territori, alle associazioni,
promuovendo i Patti educativi. Un percorso di “trasformazione ed
evoluzione” dell’intero sistema di Istruzione, per dare vita a una
scuola “affettuosa, che sappia stare al fianco dei nostri bambini e
ragazzi, che, partendo dai più fragili, sia punto di riferimento per
tutta la comunità e le famiglie”.
Le attività saranno complementari e integrate con
quelle organizzate dagli enti locali. Le risorse saranno dedicate
soprattutto alle aree più fragili del Paese, in particolare del Sud.
I finanziamenti – Tre sono le linee di finanziamento.
150 milioni di euro saranno assegnati direttamente alle singole
istituzioni scolastiche (in media 18mila euro ciascuna) per
attività aggiuntive svolte dal personale interno, non escluso quello del
cosiddetto “organico Covid”, per cui sarebbero sottoscritti nuovi
contratti, ed esterno e per l’affidamento di contratti di beni e
servizi; 320 milioni previsti dal Pon destinati al contrasto della
povertà educativa: le scuole potranno decidere se partecipare, contando
anche sul supporto tecnico messo a disposizione dall’Indire. Il 70%
delle risorse sarà destinato alle regioni meridionali, il 10% a quelle
del centro, il 20% a quelle settentrionali. Infine 40 milioni di euro
saranno attribuiti direttamente alle scuole che aderiranno a un avviso
emanato dal ministero.
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