Crepe nella maggioranza: quei 90 minuti di distinguo in cui si è sfiorata la crisi
E qui è sopraggiunto lo scarto. Il capo della Lega ha dichiarato alle agenzie che l’aveva spuntata. Che il coprifuoco era superato. E a quel punto il sistema è andato in tilt. Nella riunione tra i capigruppo parlamentari di maggioranza sono volate parole grosse. Scambi accesi, culminati nella battuta di Nico Stumpo di Leu, che sostituiva Federico Fornaro. Rivolto verso il capogruppo di Forza Italia Roberto Occhiuto, Stumpo ha detto: «Scusate ma i vostri ministri, a differenza di quelli della Lega, in Consiglio dei ministri hanno votato il provvedimento sulle riaperture. Ma questa è l’ultima volta! Non si scherza col fuoco, così si rischia di mettere in crisi il governo».
Bersaglio ben mirato. In una delle giornate più confuse della recente storia parlamentare, hanno brillato per l’assenza, o per la divisione, due partiti: Forza Italia e Cinque stelle. La prolungata assenza di Silvio Berlusconi, sulla quale nessuno specula ma che dura da settimane, incide e ieri si è manifestato uno sbandamento inatteso: dopo la riunione riservata con Salvini, i forzisti hanno aderito alla linea leghista: non votare il testo che demandava lo sblocco del coprifuoco. E quanto ai Cinque stelle, in una giornata così calda, nessuno ha visto Di Maio e tutta la partita è stata nelle mani del ministro per i rapporti col Parlamento D’Incà. A fine serata, Salvini ha frenato ma la giornata si è conclusa con un grosso punto interrogativo su quella che si apre. Oggi si discute la mozione di sfiducia al ministro della Salute Roberto Speranza presentata da Fratelli d’Italia. Salvini, ancora ieri sera, faceva il vago: «Come voterà la Lega? Non lo so ancora, ne parlerò con Sileri». E cioè con il sottosegretario alla Salute che negli ultimi giorni non ha risparmiato critiche al titolare del suo dicastero. Difficile tirare la corda una volta ancora senza spezzarla. Ma ieri chi ha parlato con il presidente del Consiglio assicura di averlo visto deciso e irremovibile su quanto già deciso. Ma anche sorpreso e genericamente preoccupato per turbolenze che capisce ma alle quali non è abituato
LA STAMPA
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