Coprifuoco e varianti
Il tema che però sta facendo discutere maggiormente riguarda il coprifuoco e anche qui la scienza può aiutarci a orientarci verso una soluzione condivisa. Uno studio recente ha mostrato che in Europa l’impatto del coprifuoco sull’indice Rt si aggira intorno al 13%; per intenderci, la chiusura delle attività come in zona rossa ha un impatto intorno al 40%, mentre il divieto di incontri in luoghi chiusi incide per circa il 30%. Il problema del coprifuoco non è semplice: da un lato servirebbe a ridurre la mobilità e quindi gli incontri, dall’altro potrebbe avere l’effetto contrario, spingendo tutti a riversarsi in bar e ristoranti nelle poche ore che vanno dal temine dell’attività lavorativa alla chiusura dei locali. Inoltre, favorirebbe i comportamenti scorretti, spingendo le persone a riunirsi in case private, dove il rischio di contagio è altissimo. Tutto considerato, quindi, non ci sono forti argomenti scientifici che ci consentano di difendere la scelta di non concedere lo slittamento del coprifuoco alle 23 e si spera che, con l’arrivo della bella stagione, questa decisione venga riconsiderata. In tutto questo quadro, si è innescata la paura per la nuova variante indiana. Nonostante sia corretto bloccare i voli per ridurre la circolazione della variante, bisogna ricordare che non sappiamo se le mutazioni identificate rendano il virus più trasmissibile o più letale. Le scene viste in India ci hanno giustamente angosciato, ma quello che lì sta accadendo non è ascrivibile ad un virus mutato e terribile. Per quanto riguarda l’aspetto immunologico, è possibile, viste le due mutazioni presenti sulla proteina spike, che questa variante riduca leggermente l’efficacia dei vaccini, come già visto nel caso della variante sudafricana, ma è altamente improbabile che riesca a renderli inefficaci. Cosa possiamo fare quindi per affrontare con meno timori e angoscia le prossime settimane? Analizzare la situazione senza posizioni preconcette, lasciandoci guidare dai dati; continuare a rispettare le regole affinchè le aperture siano davvero definitive; e, soprattutto, non rifiutare il vaccino quando arriverà il nostro turno, perché solo così proteggeremo noi stessi e il Paese. I tre motivi secondo il virologo di Perri per cui stiamo affrontando la fase più critica della pandemia
LA STAMPA
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