L’inutile talk sulla sfiducia a Speranza
Tanto per farla breve, tutto il talk è servito, e davvero è poca cosa, a rendere plastico il disagio del centrodestra di governo rispetto al centrodestra di opposizione. La Meloni, se l’obiettivo era questo, l’ha raggiuto egregiamente, agli occhi di un popolo che vuole capri espiatori: sono io, può dire, che volevo mandare a casa il perfido ministro della Salute, io quella che vuole abolire il coprifuoco, voi della Lega che tanto vi agitate quando si arriva al dunque fate solo chiacchiere. Tutto prevedibile, le mozioni di sfiducia individuali non sono mai servite nulla, soprattutto quando non c’è un fatto specifico contestato e si trasformano in un dibattito generico sul governo. In fondo, anche in merito a tutta la vicenda dell’Oms, su cui il ministro non si è sottratto, e non è la prima volta, non si è aggiunto alcunché, il che rivela che i parlamentari nostrani sono meno documentati di una puntata di Report, anzi neanche le vedono sennò sarebbero stati contagiati da qualche curiosità.
Insomma, se qualcuno ancora si chiede perché sia arrivato Draghi, quali siano le ragioni profonde, la risposta è in questo dibattitto al Senato. Adamantino specchio di una crisi del sistema politico di cui Draghi è l’effetto, non la causa, e di una dinamica parlamentare che rappresenta il peggior spot contro il Parlamento. Dopo la parentesi della presentazione del Recovery, un tentativo di prospettare un orizzonte di ricostruzione economica, ma anche sociale e morale del paese, ogni qual volta la palla ripassa alla politica, la crisi resta squadernata sotto i nostri occhi. E si ripropone la contraddizione di fondo tra lo spirito di un governo di unità nazionale e la visione dei partiti che quotidianamente confermano quanto questo assetto lo abbiano subito. Si andrà avanti così – Speranza sì, Speranza no, coprifuoco sì, no, alle 22.00, alle 23.00, perché non alle 22.30 e tagliamo la testa al toro – senza aver sciolto il nodo, che né la discussione odierna né l’intervento del ministro ha sciolto, e cioè la discontinuità nella gestione della pandemia, dopo l’autocompiacimento sul “modello italiano”, che modello non era, ed è stato foriero esso stesso di errori.
L’HUFFPOST
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