Il dovere di pesare in Europa

Ma è forse in corso una trasformazione anche più profonda, che riguarda il potere e il modo in cui viene percepito. In un libro appena pubblicato i sociologi Mauro Magatti e Monica Martinelli segnalano un ritorno al bisogno di «autorità», dopo il rifiuto che ha caratterizzato la sbornia individualista dei decenni passati. «Perché — scrivono — un mondo senza autorità non si regge, se non a costo di perdere la libertà, e con essa il senso». Ma già la teoria politica dell’antica Roma distingueva «autorità» da «potere», «auctoritas» da «potestas». Quest’ultima era affidata alla forza di coercizione di consoli e pretori, mentre la prima era la manifestazione di un sapere riconosciuto socialmente, che risiedeva nel Senato e nei giureconsulti. Oggi gli orgogliosi detentori del potere, se non addirittura dell’«imperium», avvertono piuttosto un senso di impotenza di fronte alla sfida mortale che la Natura e la Storia hanno messo di fronte ai loro Paesi. Sentono che la «potestas» non basta. Sanno che per quanta forza esercitino sono in balia delle bizze di un virus, un giorno nella polvere e un giorno sull’altare. Intuiscono che tutto il potere economico e tecnologico dell’Occidente rischia di essere vano se non riesce ad aiutare Paesi come l’India a disinnescare una potenziale bomba epidemiologica globale. È il tempo della saggezza, forse, più che del potere. Nessuno è più in una botte di ferro. Anche i vasi di coccio possono dire la loro.

CORRIERE.IT

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.