Il Pd a un punto dalla Lega e Fratelli d’Italia supera i 5 Stelle | Sondaggio
Il mese di aprile ha fatto registrare un andamento ondivago dell’opinione pubblica nei confronti del governo e del presidente Draghi. La prima metà del mese è stata caratterizzata da un forte calo dell’indice di gradimento, riconducibile allo scontento per l’andamento della campagna vaccinale e per il protrarsi dei provvedimenti restrittivi, soprattutto in concomitanza del periodo pasquale. Viceversa, la seconda metà di aprile ha fatto segnare un’inversione di tendenza, con una ripresa di consenso guidata da tre fattori: l’allentamento delle misure e la riapertura di molte attività a partire dal 26 aprile, quindi il progressivo aumento delle persone vaccinate, basti pensare che i dati di ieri hanno oltrepassato le 500 mila dosi somministrate, e infine la presentazione del Pnrr che, sebbene sia ancora poco conosciuto dai cittadini nei dettagli, rappresenta un’importante occasione per intervenire su alcuni nodi strutturali del Paese.
Al netto delle variazioni settimanali, il mese si chiude con una flessione di 4 punti dell’indice di gradimento del presidente Draghi (da 62 a 58) e un dato stabile per l’esecutivo (56). La graduatoria della popolarità dei leader vede al primo posto Giuseppe Conte con un indice di gradimento pari a 55, in flessione di 2 punti rispetto a marzo che si sommano al calo di 4 rispetto al mese precedente. Il trend decrescente di Conte è da attribuire al venir meno del ruolo istituzionale e al sempre più probabile incarico di leader del M5S che gli aliena una parte del consenso trasversale precedentemente acquisito. Al secondo posto, staccata di 18 punti, si colloca Giorgia Meloni (indice 37) che scavalca Speranza (36), il cui calo di 3 punti appare più legato all’incarico di ministro della Salute che di segretario di Articolo 1. A seguire Letta e Salvini appaiati a 30, entrambi in flessione (di 3 e 2 punti), poi Berlusconi e Toti con indice pari a 28, quindi Calenda con 23, in calo di 4 punti (più concentrato tra gli elettori di centrosinistra, a seguito del no alle primarie in vista dell’elezione del sindaco di Roma). Tra gli altri leader si registra un aumento per Lupi (di cui si è parlato come possibile candidato sindaco a Milano), un calo per Crimi, Fratoianni e Renzi, e un dato stabile per Bonelli.
Da ultimo, gli orientamenti di voto, con tre dati rilevanti rispetto a fine marzo: innanzitutto si assottiglia il vantaggio della Lega (21,9% in calo di 0,6) sul Pd (20,9%, in aumento di 0,6); il calo della Lega, pur non essendo molto ampio, è graduale e fa segnare il risultato più basso dall’inizio della legislatura. Le mutevoli posizioni su alcune questioni (su tutte l’orario del coprifuoco e l’atteggiamento verso il ministro Speranza) non sono del tutto comprese e creano disorientamento nell’elettorato di Salvini. In secondo luogo, FdI aumenta di 1,7% attestandosi al 18,9, il dato più elevato di sempre nelle rilevazioni Ipsos, capitalizzando il ruolo di principale partito di opposizione. Infine, il M5S, alle prese con le dinamiche interne e la questione della leadership, il divorzio da Casaleggio e il contestato video di Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro, arretra di 2 punti (dal 18% al 16) e scivola al quarto posto. Da segnalare inoltre l’aumento di Forza Italia (da 7,6% a 8), di Azione (da 2,4% a 2,8) e di Sinistra Italiana (da 2% a 2,2). Indecisi e astensionisti, sebbene in flessione di 1,3%, si confermano la quota più elevata degli elettori con il 39,5%.
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