AstraZeneca o BioNTech? E’ meglio aspettare se il vaccino non è giusto

Governi e UE dovrebbero fornire e spiegare queste stime, ricalcolate con la massima precisione possibile sulla base dei più dettagliati dati epidemiologici a loro disposizione. Anzitutto per convincere i cittadini della validità dell’attuale strategia di vaccinazione; ma anche perché verrà il giorno di preferire la gallina domani all’uovo oggi.

In ogni momento, infatti, è ottimale somministrare il vaccino BioNTech-Pfizer alla categoria più fragile non ancora vaccinata. Oggi è altresì ottimale somministrare al contempo quello AstraZeneca alla categoria successiva perché si tratta dei sessantenni, per cui quel vaccino è preferibile ad un’attesa di varie settimane. Domani invece non potremo chiedere ai giovani di ricevere un vaccino peggiore, quando per loro sarebbe meglio attendere il proprio turno per avere quello migliore.

La campagna di vaccinazione esige una triplice efficacia istituzionale: nell’acquisizione dei vaccini, nella loro distribuzione e nella comunicazione al pubblico. Sinora, la Ue non è stata all’altezza degli Usa sul cruciale primo fronte; ma ha compensato in parte la colpa di essersi assicurata troppo poche dosi con il merito di utilizzare quelle di AstraZeneca. Questo merito nella distribuzione è però temporaneo: si trasformerà al contrario in un’aggravante se anche l’Europa non sarà presto capace di somministrare a tutti il vaccino migliore.

Quanto infine alla comunicazione, sarebbe un grave errore minimizzare insuccessi passati e difficoltà future. La fiducia dei cittadini si conquista con la trasparenza. Affidarsi invece alla retorica paternalista, sottolineando unicamente i benefici di tutti i vaccini, sarebbe controproducente. Carenze persistenti ma sottaciute nell’operato della Ue e di molti Stati membri alimenterebbero la sfiducia verso le istituzioni, specie quelle comunitarie, con ricadute negative sull’intero progetto di integrazione europea. 

*Professore di Economia, Libera Università di Bolzano

**Professore di Economia, CREI e Università Pompeu Fabra, Barcellona

[1] Dati ufficiali dello European Centre for Disease Prevention and Control (https://vaccinetracker.ecdc.europa.eu/public/extensions/COVID-19/vaccine-tracker.html#uptake-tab) e dei Centers for Disease Control and Prevention statunitensi (https://covid.cdc.gov/covid-data-tracker/#vaccinations)

[2] Stime di una meta-analisi di Levin et al. (2020) nello European Journal of Epidemiology (https://link.springer.com/article/10.1007/s10654-020-00698-1)

[3] Dati dello European Centre for Disease Prevention and Control (https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/covid-19-data-14-day-age-notification-rate-new-cases).

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