Che ipocrisia, Conte s’iscrive a Forza Fedez
Ma se la politica non dà una bella prova di sé, lo scenario che si presenta a viale Mazzini è se possibile ancora più disastrato. Nel pomeriggio di ieri è l’ad Fabrizio Salini a tentare di ricomporre il quadro: «Fedez non è stato censurato e in Rai non esiste alcun sistema» dice il manager in scadenza. Ma, forse proprio per il suo imminente addio, il tentativo dell’ad di serrare le fila fallisce. Alle 14 su Rai Tre va in onda Lucia Annunziata è attacca frontalmente l’azienda: «Le scuse di Salini non bastano. Sono d’accordo con quanto ha detto Fedez, nella Rai non può esistere un sistema a cui adeguarsi». Assordante il silenzio del direttore di Rai Tre Franco Di Mare, nel frattempo convocato per chiarire dalla Commissione di Vigilanza. Ma a parlare è la compagna di Di Mare, tale Giulia Berdini, che da Instragram si scaglia contro Fedez definito «nullità del mainstream» salvo poi provare a correggere il tiro limitandosi a definire «errato» il contesto scelto dal cantante per il suo discorso. In quanto a Marcello Foa, dall’ufficio del presidente viene fatto filtrare che «la nota inizialmente diffusa dalla Rai su Fedez e il Concerto del Primo maggio non era stata sottoposta preventivamente all’approvazione del presidente Foa come di consueto». Come a dire: non venite a chiedere a me.
Il quadro che ne scaturisce è desolante. C’è una dirigenza al passo d’addio che sperava di congedarsi in maniera meno turbolenta (Salini), c’è chi sperava di essere confermato ed ora è quasi sicuro di non esserlo più (Di Mare) e c’è, infine, una politica che promette riforme ben sapendo che, nei prossimi mesi, le tappe obbligate del Recovery Plan faranno scivolare la governance Rai tra i temi meno urgenti. Nel frattempo arriverà il nuovo giro di nomine e l’onda moralizzatrice di questo weekend sarà dimenticata da chi farà carte false pur di partecipare alla spartizione. Le polemiche passano, le poltrone no.
IL TEMPO
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