Fotovoltaico e superbonus al 110%, ecco le mosse per abbattere i costi della bolletta
GLAUCO BISSO, CARLO GRAVINA
Ottenere energia gratuita dal sole, con l’impianto fotovoltaico completamente pagato dalla Stato, è possibile con i benefici del superbonus al 110%. Presupposto è che il fotovoltaico sia eseguito congiuntamente o con il miglioramento sismico dell’edificio, il cosiddetto sismabonus, o con il superbonus che contempli almeno una delle opere cosiddette “trainanti”. Si tratta, in sostanza, dell’isolamento delle coperture, delle facciate e dei fondi che deve interessare almeno il 25 per cento della superficie disperdente del palazzo, insieme o separatamente con l’efficientamento dell’impianto di riscaldamento. La condizione di partenza che dà il via libera al maxi sconto è che si realizzi il miglioramento di due classi energetiche del fabbisogno termico dell’edificio, sia che si tratti di condominio, sia che si parli di una palazzina composta da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate e in possesso di un ingresso indipendente. Per ottenere lo sconto fiscale, tra i vari requisiti necessari, ci sono uno studio preliminare, un progetto esecutivo e i passi chiave per il finanziamento dei lavori, le asseverazioni e i collaudi. Si tratta di una mole di documenti importante e che richiede tempo. Per cui, prima di decidere se lanciarsi in questa direzione, è consigliabile rivolgersi a persone qualificate che conoscono il settore e sappiano muoversi tra i diversi paletti imposti dalla normativa.
La proroga
I lavori sono ingenti, il processo è complesso e il tempo è poco. Per
il superbonus la proroga al 2023 è al momento solo una promessa. Anche
quella del 2022 è “sub judice” perché deve essere ancora confermata dal
Consiglio d’Europa. Occorre quindi individuare tra gli interventi
possibili quelli che garantiscono subito il salto delle due classi
energetiche. Al rifacimento della facciata in chiave di un maggior
risparmio energetico (il cosiddetto cappotto termico), è consigliabile
aggiungere gli impianti fotovoltaici e il solare termico che sfruttano
fonti rinnovabili e hanno il vantaggio di essere di più rapida
esecuzione.
La realizzazione
I pannelli da installare sono composti di silicio mono o
policristallino e sono più efficienti tanto è più elevato il kilowatt di
picco (kWp). I pannelli vanno collocati sul tetto dell’edificio o su
un’area adiacente, ad esempio una pergola o una tettoia di un terrazzo,
per una superficie tale da produrre l’energia elettrica necessaria ad
evitare di prelevare corrente dalla rete. In molti casi, è prevista la
possibilità di installare accumulatori: in pratica delle batterie che
permettano di stoccare l’energia prodotta in eccesso ed eventualmente
sincronizzare la produzione con il prelievo. La superficie necessaria
per produrre un kilowatt di energia elettrica è di sei/sette metri
quadrati. Tre kilowatt è il fabbisogno medio per un appartamento: per
produrlo occorrono 18 metri quadrati di pannelli e possibilmente una
batteria di accumulo. I costi fissi dell’installazione sono tutti
compensati dal contributo sui pannelli solo se la potenza dell’impianto
raggiunge i sei kilowatt con circa 30 metri quadrati di installazione.
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