Scandalo Csm, la versione di Davigo: ho ricevuto a Milano i verbali segreti, nessuna violazione

L’intreccio delle date

Ad aprile 2020il Csm tenne un unico plenum, il giorno 29, ma Davigo partecipò in videoconferenza da Milano. Andò invece a Roma per le riunioni del 5 e 6 maggio; se parlò in uno di quei due giorni con Ermini e Salvi (al quale non disse di essere in possesso dei verbali segreti, ma solo di un’inchiesta delicata sulla presunta loggia con nomi importanti, tra cui quelli di un consigliere, e di un contrasto sulla sua gestione nella Procura di Milano), Salvi potrebbe aver informato il procuratore Greco subito dopo; «immediatamente», ha riferito in un comunicato, aggiungendo che Greco lo aggiornò poi il 16 giugno, alla vigilia dell’insediamento di Raffaele Cantone come procuratore di Perugia. Una simile ricostruzione cronologica darebbe una spiegazione all’altra data fin qui certa: l’iscrizione come indagati di Amara e dei suoi amici Calafiore e Ferraro avvenne solo il 12 maggio, dopo mesi di contrasti tra Greco e Storari su come procedere. E mesi prima della trasmissione del fascicolo a Perugia.

«Csm parte lesa»

Altro particolare non irrilevante è che lo stesso Storari, consapevole di aver fatto uscire dal proprio ufficio quei verbali segreti un anno fa, ne abbia parlato ai colleghi solo recentemente, quando le indagini sono arrivate alla ex segretaria di Davigo al Csm. Nonostante già a ottobre 2020 un giornalista de Il Fatto Quotidiano si fosse presentato proprio a Milano per denunciare la prima spedizione del «corvo». Pure la neoprocuratrice generale Francesca Nanni ha chiesto a Greco una relazione. E la Procura di Brescia, che a fine 2020 ha già archiviato un verbale di Amara ricevuto da Milano sul giudice del caso Eni-Nigeria, potrebbe estendere l’indagine dalla violazione del segreto ad altri reati eventualmente ravvisabili nelle scelte dei pm di Milano. Dopo aver ricevuto uno degli interrogatori di Amara, il consigliere del Csm Nino Di Matteo ha parlato di calunnie e di attività di «dossieraggio» dentro al Csm. Stesso termine usato ieri dai componenti della corrente Magistratura indipendente, che chiedono al Csm di costituirsi parte civile. E il vicepresidente Ermini parla di «momento difficile per la magistratura, che ha voglia di grande riscatto».

CORRIERE.IT

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