Il vicepresidente di Moderna Italia: “Pronto il nostro nuovo farmaco contro le varianti più pericolose”

Non abbiamo parlato della mutazione indiana del virus. In che misura può essere pericolosa?
«La variante indiana ha una decina di mutazioni della proteina spike. Un paio di queste simili a quelle sudafricana e californiana possono creare qualche problema rispetto ai vaccini. Ma senza aver ancora studiato bene le sequenze del virus indiano è difficile in questo momento dire se sia più contagiosa o maggiormente aggressiva».

Chi si è già vaccinato quando potrà assumere la versione “anti-varianti” del vaccino?
«Questo dovranno deciderlo le autorità sanitarie dei singoli Paesi e le agenzie regolatorie del farmaco, ma dall’esperienza che sta maturando sul campo direi almeno dopo un anno».

Quanto dura l’immunizzazione con la versione originaria del vostro vaccino e quindi dopo quanto dovremo rifarlo?
«Anche in questo caso la risposta compete alle autorità sanitarie. Ma per un anno crediamo ci sia una copertura sufficiente contro il virus. Il nostro compito a farci trovare pronti con nuove versioni del vaccino qualora spuntassero altre varianti insidiose».

E quanto tempo impiegate a resettare un vaccino su una nuova variante?
«In questo caso ci sono voluti 35 giorni per generare il vaccino e due settimane di studi clinici per avere datti sulle risposte anticorpali. Può sembrare poco ma in realtà dobbiamo solo cambiare la sequenza dell’Rna messaggero. È la produzione poi a richiedere tempo».

A proposito, ci saranno dosi a sufficienza per somministrare a tutti la terza dose?
«Stiamo sperimentando con successo un dosaggio più basso, di 50 microgrammi rispetto ai 100 della versione che si sta attualmente somministrando. Ma abbiamo iniziato a testare anche il dosaggio da 20 microgrammi. Con i dosaggi ridotti e gli investimenti che stiamo facendo in produzione nel 2022 contiamo di poter distribuire 3 miliardi di dosi. Il triplo rispetto a quelle di quest’anno».

Anche voi state sperimentando i vaccini su adolescenti e bambini?
«Abbiamo avviato due studi, uno arruolando 2.500 adolescenti dai 12 ai 17 anni che pensiamo di portare a termine entro questa estate. Laltro è condotto su 6.500 bambini in età pediatrica tra sei mesi e 11 anni con dosaggi decisamente più bassi e contiamo di concluderlo positivamente per fine anno, primi del prossimo».

Si è capito se il vostro vaccino protegge dal contagio oltre che dalla malattia?
«I dati non sono ancora stati pubblicati ma da quel che si è visto sulla popolazione il vaccino Moderna protegge nell’80% dei casi anche dal contagio».

Si dice che l’investimento nella tecnologia a Rna messaggero tornerà utile anche per altre malattie…
«Si sta lavorando a vaccini ad Rna messaggero contro quella pandemia nascosta generata dai super batteri resistenti agli antibiotici. Ma sperimentazioni stanno andando avanti anche nel campo dei vaccini anticancro, contro il citomegalovirus che ha conseguenze devastanti sui neonati. E abbiamo allo studio un vaccino combinato anti Covid e anti influenzale. Che potrà alleggerire il carico sulle strutture sanitarie generato da chi ne confonde i sintomi. Forse non tutti i mali del Covid sono venuti per nuocere».

LA STAMPA

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