Affrontare il virus, un problema di postura

Antonella Viola

In anteprima un estratto del nuovo libro di Antonella Viola “Danzare nella tempesta”

Nessuno ci ha avvertito, ma il mondo è già cambiato. Di fronte a una trasformazione epocale e definitiva come quella che stiamo vivendo, le reazioni possibili sono tante. Le abbiamo davanti agli occhi: la maggior parte delle risposte provenienti dalla politica e anche dai cittadini è dettata dallo sgomento e dalla paura, dalla difficoltà di rinunciare alle vecchie abitudini e alla forma che il mondo aveva prima. È così che si generano i mostri ed è così che, anche senza volerlo, partecipiamo al divenire delle cose danneggiando noi stessi. Il problema è che la realtà sfugge a ogni nostro tentativo di lettura e di comprensione: non riusciamo a mettere ordine, non abbiamo alcun controllo. Perché?

Evidentemente non si tratta di un difetto o di una «colpa» della realtà, ma del nostro modo di porci nei confronti degli avvenimenti che ci circondano o, peggio, ci travolgono. Finora abbiamo affrontato il fenomeno enorme e ingovernabile del Covid-19 con un atteggiamento muscolare e scomposto. Se non saremo capaci di rinnovare la nostra postura nei confronti del mondo, la convivenza forzata col virus ci lascerà sfiniti e dilaniati. […]

L’infezione da Sars-Cov-2 ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica non solo su virus e pandemie ma anche sui misteri e i delicati equilibri di questa parte così affascinante e complessa del nostro organismo. Da subito abbiamo tutti imparato a temere la «tempesta citochinica», che si manifesta nei pazienti più gravi ed è la causa di un’infiammazione sistemica. Abbiamo capito che in questi pazienti il danno ai polmoni viene amplificato dall’azione del nostro sistema immunitario, dalla sua attivazione deregolata che «ostruisce» i bronchi e causa i problemi a livello respiratorio che abbiamo tristemente imparato a conoscere. E sappiamo che l’infiammazione provoca alterazioni pericolose in diversi organi tra cui i reni, il sistema nervoso centrale, i vasi sanguigni e il cuore.

All’improvviso siamo diventati esperti di anticorpi e di test sierologici, abbiamo sperato di ricevere un patentino d’immunità che ci consentisse di circolare tranquillamente per le città deserte e abbiamo ascoltato telegiornali e talk show ansiosi di sentirci dire: «Abbiamo il vaccino!». Che è arrivato. Il vaccino è lo strumento più potente a nostra disposizione per superare la fase critica della pandemia e raggiungere un nuovo equilibrio. La sua è una logica precisa: prevenire la malattia e favorire la costruzione delle difese e della memoria del nostro organismo. Se è vero che l’infiammazione, ovvero la rapida risposta messa in atto dal nostro corpo di fronte al virus, può degenerare e danneggiarci, la corretta attivazione del sistema immunitario ci permette anche di guarire e di diventare, almeno temporaneamente, immuni a una seconda infezione.

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