Affrontare il virus, un problema di postura

L’infiammazione e l’immunità non sono però entità distinte: sono entrambe sfumature di un unico processo che ha lo scopo di mantenere il nostro equilibrio, quello che noi patologi chiamiamo «omeostasi». E, proprio come nella realtà macroscopica in cui ci muoviamo, a volte, per mantenere l’equilibrio bisogna saperlo perdere, lasciarsi andare e rinunciare ad affrontare le trasformazioni con una strategia frettolosa e aggressiva.

L’equilibrio del nostro corpo è messo costantemente in discussione ed è questo continuo movimento a garantire la nostra protezione. Ogni risposta del nostro sistema immunitario, infatti, corrisponde a una perdita dell’equilibrio. Tutte le volte che il nostro organismo si trova a reagire a un agente potenzialmente dannoso, come un virus, si attivano cellule e molecole dell’immunità, che si spostano dove è necessario eliminare il danno e cominciare il processo di guarigione. Affinché questo accada, è necessario indurre dei cambiamenti importanti nei nostri tessuti: bisogna perdere l’equilibrio per poi ritrovarlo. Ma se è troppo violento, esteso e protratto nel tempo, il cambiamento può a sua volta trasformarsi in un trauma per il nostro corpo.

L’azione del sistema immunitario di ogni individuo è segnata da un movimento perenne che, nonostante il conflitto con gli agenti patogeni provenienti dall’ambiente esterno, somiglia molto più alla coreografia di una danza che a una guerra. […]

Allora, cosa significa cambiare la nostra postura? Significa allenare il pensiero e la vita all’equilibrio. Affrontare l’ignoto con metodo e senza paura. Forse scopriremo che correggere la nostra postura nei confronti del mondo significa in realtà rinunciare alla nostra rigidità verso i fenomeni che, manifestandosi nella loro complessità, ci appaiono mostruosi. Da qui nasce la paura, che spesso innesca risposte avventate e sbagliate. Per fortuna, da secoli la scienza si misura con la realtà con coraggio e cautela. Prima di diventare esatta, la scienza deve sempre negoziare con la realtà. Il suo è un tempo lento, non lineare ma disposto ad arretrare e poi rapidamente avanzare. Quella che oggi ci si presenta è un’occasione preziosa per ragionare sul ruolo che vogliamo attribuire alla scienza nella sfera pubblica, perché essa ci insegna ad affrontare la realtà, soprattutto quando è difficile da decifrare, con razionalità e passione, con rispetto e libertà.

Abbiamo la responsabilità di imparare da quanto sta accadendo, per non ripetere gli stessi errori nel prossimo futuro. La crisi innescata dal virus deve rappresentare un cambio di paradigma, soprattutto nel nostro stile di vita: senza preavviso, ci siamo ritrovati immersi in una rivoluzione. E le rivoluzioni sono il mestiere della scienza.

LA STAMPA

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