Covid, la svolta del vaccino Pfizer: è in grado di proteggere dalle varianti più pericolose
giampiero maggio
Svolta sui vaccini e le varianti. E’ stato scoperto che Pfizer-BioNtech è in grado di proteggere dalle conseguenze letali o dalle malattie più gravi (polmoniti) causate dalle mutazioni più pericolose del ceppo originario del virus responsabile del Covid-19. La svolta arriva da due studi pubblicati ieri e che si basano su analisi effettuate in Israele e Qatar, dove Pfizer è stato il farmaco utilizzato contro l’immunizzazione di massa.
Entrambi gli studi sono stati pubblicati su riviste scientifiche, uno di questi sul New England Journal of Medicine ha messo sotto la lente di ingrandimento gli effetti del vaccino Pfizer in Qatar, su un campione che ha riguardato un totale di 385.853 persone che avevano ricevuto almeno una dose di vaccino e 265.410 che ne avevano completato le due dosi. Che cosa è stato scoperto? Che, nel complesso, il vaccino con RNA messaggero si è dimostrato efficace con percentuali elevatissime (al 97,4% nel prevenire malattie gravi, critiche o fatali da qualsiasi forma di coronavirus) e al 100% nel prevenire malattie gravi, critiche o fatali causate da B.1.1.7 o B.1.351, considerate le varianti più diffuse. A sostenere questa tesi c’è anche uno studio successivo e pubblicato sulla rivista The Lancet condotto dai ricercatori Pfizer e del ministero della Salute israeliano. Lo studio si basa su oltre 230.000 casi di infezione da coronavirus verificatisi in Israele tra il 24 gennaio e il 3 aprile. Durante quel periodo, la mutazione del B.1.1.7 (nota come la variante inglese) ha rappresentato quasi il 95% di tutti i casi di coronavirus nel Paese (anche in Italia si è verificata la stessa situazione, con una predominanza della variante inglese rispetto alle altre mutazioni). Il caso è stato riportato anche dal New York Times che, prendendo spunto dalle due pubblicazioni scientifiche, ha evidenziato come gli studi sull’uso di Pfizer dimostrano l’efficacia del vaccino nella prevenzione di esiti peggiori – tra cui polmonite grave e morte – causati dalle varianti inglese e Sudafricana. La Comunità scientifica ha risposto positivamente a questa notizia. Annelies Wilder-Smith, ricercatrice di malattie infettive alla London School of Hygiene and Tropical Medicine, ha sottolineato come a questo punto si possa affermare «con sicurezza che possiamo usare questo vaccino, anche in presenza di varianti circolanti preoccupanti».
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