Recovery e vaccini ridanno fiducia agli italiani: il gradimento del premier torna a crescere
Alessandra Ghisleri
Il 41,3% degli italiani è oggi convinto che Mario Draghi realizzerà quel cambio di passo che serve al nostro Paese per emergere dalla crisi pandemica; solo gli elettori di Fratelli d’Italia e del Movimento 5 Stelle rimangono tra i più scettici. Oltre a ciò il 60,2% dei cittadini è convinto che il presidente del Consiglio otterrà dei risultati importanti «malgrado i partiti» e qui l’elettorato nazionale appare molto più compatto, con una minore partecipazione dei sostenitori del Movimento.
Le persone ogni giorno si sentono complici di una lotta con l’intero universo, mentre ciascuno porta avanti la sua battaglia per il presente. Complice la pandemia, la concezione del tempo e degli spazi per i cittadini è mutata negli ultimi quindici mesi. Il tempo è una dimensione che scandisce la nostra quotidianità, tuttavia il virus e i conseguenti lockdown ci hanno obbligati a percepire le deviazioni spazio-temporali facendo adattare – obtorto collo – il nostro comportamento alle nuove regole di vita.
Se portiamo alla memoria i primi dieci giorni di febbraio di quest’anno, lo stato d’animo degli italiani era principalmente di rabbia, preoccupazione e sconcerto: un cittadino su due dichiarava la propria frustrazione con i primi segni di cedimento e la paura di non farcela. Mario Draghi aveva un indice di fiducia del 63,8% (10 febbraio 2020). Sono passati solo tre mesi e alcune cose sono cambiate, eppure in molte occasioni tutto ci sembra evocare un tempo lontanissimo.
Allora tutte le attenzioni e ovviamente tutte le speranze degli italiani, o per lo meno della grandissima maggioranza di essi, erano proiettate sulla persona dell’ex governatore della Banca centrale europea. “Super Mario”, l’uomo che con la moneta unica aveva dato prova concreta di saperci fare e di possedere delle capacità e delle competenze fuori del comune.
Fu evidente che si trattava di una fiducia “gonfiata” da quel senso di smarrimento in cui versavano gli italiani e dalle speranze riversate su quell’uomo che tanto bene aveva fatto in sede europea qualche anno prima. Da febbraio fino alla fine di aprile l’indice di gradimento del premier di settimana in settimana ha perso punti, pur rimanendo al di sopra del 50%, fino alla fine di aprile, dove si è iniziato a registrare un nuovo trend in salita che porta oggi il presidente del Consiglio al 56,5%.
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