Brevetti, Merkel dimentica la pensione e va allo scontro con Biden
Il fatto è che quello di oggi non è il primo ‘no’ di Merkel a Biden. La cancelliera non ha accolto la richiesta americana di rinviare la firma dell’accordo sugli investimenti tra Ue e Cina: la cerimonia si è svolta alla fine di dicembre. E ha respinto anche ‘l’invito’ di Washington a non completare il progetto di gasdotto dalla Russia alla Germania Nord Stream 2: sarà fatto forse già in estate. Finora Merkel non si è mai intestata la nuova svolta transatlantica, delegandola a Ursula von der Leyen e al commissario Thierry Breton, oggi i primi ad aprire alla proposta Biden sui brevetti. La presidente della Commissione, tedesca anche lei della Cdu, ha il compito di curare le pubbliche relazioni con Washington. La politica vera continua a farla Merkel, anche se tra quattro mesi, dopo le elezioni del 26 settembre, non sarà più alla guida della Germania.
Non si dà per vinta. Merkel non sarà al vertice in Portogallo a benedire la nuova svolta indiana, intrapresa dall’Europa per interessi strategici molto cari a Washington: sottrarre Nuova Delhi alla sfera di influenza cinese. Di fatto, l’apertura di Biden sulla condivisione dei brevetti, forse più simbolica e politica che sostanziale, risponde alla richiesta avanzata da India e Sud Africa in sede di Organizzazione Mondiale del Commercio. La cancelliera tiene il punto e non si fa dettare l’agenda. È d’accordo con Biden persino il ‘nemico’ Vladimir Putin, ovviamente per l’interesse di Mosca a vaccinare la popolazione russa, viste le ridotte capacità produttive per Sputnik. Lei, no. Con il presidente Usa anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, il Nobel Joseph Stiglitz, le centinaia di associazioni che da mesi chiedono di condividere i brevetti. Lei, no. Nonostante che i numeri parlino chiaro: dei vaccini distribuiti a livello mondiale, solo il 4,4 per cento è andato ai paesi poveri.
Al summit europeo di Porto Merkel parteciperà da remoto da Berlino, quasi unica tra i leader a collegarsi in videoconferenza a questo primo vertice in presenza da 7 mesi (oltre a lei, assenti l’olandese Mark Rutte, che però ancora non ha formato un governo dopo le elezioni di marzo, e il maltese Robert Abela). Motivo ufficiale: la pandemia, che le sta rosicchiando i consensi. Ma l’assenza casca quantomeno bene, segnale di distacco verso un’Europa che, secondo il suo punto di vista, sta abbandonando e in fretta la strada dell’autonomia. Quella strada che finora ha servito bene gli interessi tedeschi in Russia e Cina. È un atto di resistenza da parte sua, chissà se l’ultimo da qui a settembre. Di certo, il futuro dipende da come andranno le elezioni in Germania, con i Verdi che nei sondaggi stanno superando l’alleanza che regge l’ultimo governo del ciclo Merlel, durato 16 anni.
L’HUFFPOST
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