Due miliardi di inutili mascherine. Le scuole non sanno più dove metterle
Cristina Angeleri, preside dell’istituto comprensivo Agostino Casaroli di Castel San Giovanni (Piacenza), ha ricevuto 423.200 mascherine al 5 maggio, secondo il report della struttura commissariale. Spiega la dirigente: “Sono tante ma noi siamo stati quasi sempre in presenza. Le abbiamo distribuite a 1.300 alunni sui 1.600 totali. Sono 62 classi su 75 complessive, 30 fanno il tempo pieno. Quante ce ne sono avanzate? Una settantina di scatole. Abbiamo una stanza piena. A un certo punto avevamo riempito anche mezzo corridoio. Noi dirigenti allora ci siamo confrontati, ci siamo chiesti se non fosse il caso di far interrompere la distribuzione. Alla fine ho chiesto adesso di sospendere quella destinata ai ragazzi dagli 11 ai 13 anni. Perché con le scorte arrivo al 5 giugno”.
Agli studenti della secondaria di primo grado vengono consegnate dieci mascherine ogni dieci giorni, si copre anche la domenica. “Nella primaria – chiarisce la preside –, 30 ogni 15 giorni, perché i bambini fanno il tempo pieno. Subito dopo la mensa, la cambiano”. Ma dove finiscono i dispositivi usati? “Abbiamo un accordo con il Comune per lo smaltimento, le maestre passano con buste speciali e le raccolgono”. Operazione da ripetere in tutta Italia per due miliardi di volte.
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