Tajani: «Famiglia è solo quella con figli». E Francesca Pascale attacca: «Non voto più FI»
Ha scatenato un pandemonio l’uscita di Antonio Tajani sul tema della famiglia e delle misure a sua protezione – nel bel mezzo dello scontro sul ddl Zan contro l’omotransfobia -: « La famiglia è per noi il nucleo fondamentale della società e va difesa, ma senza figli non esiste. Le nostre politiche sono sempre state a sostegno della maternità, ad esempio nel Recovery plan presentato dal governo italiano a Bruxelles c’è una parte consistente sugli asili nido. Noi continuiamo ad andare in quella direzione», ha detto il coordinatore di Forza Italia presentando le iniziative del suo partito in occasione della festa della Mamma.
Sdegno, offesa, accuse di essere rimasti «al paleolitico», battute fulminanti, proteste. Che hanno diviso la stessa Forza Italia. E fatto insorgere ancheFrancesca Pascale, l’ex storica fidanzata di Berlusconi per oltre 10 anni, da sempre impegnata in battaglie a favore dei diritti e vicina alla comunità Lgbt con molte iniziative. Lei, che a differenza dell’attuale compagna dell’ex premier Marta Fascina non ha mai scelto di stare nell’ombra, oggi esplode. E in una story sul suo Instagram ufficiale ha scritto , a corredo di una foto con la citazione dello stesso Tajani, a grandi caratteri «Perché non voto più @forzaitaliaufficiale!. Il tutto accompagnato significativamente dal celeberrimo brano dei Doors «The end» come sottofondo. Subito dopo, altra foto con la bandiera arcobaleno simbolo della comunità gay, Lgbt, della battaglia per il riconoscimento legislativo del gender, un conto alla rovescia verso la legge Zan, stavolta con sottofondo della canzone di Fedez «Bella storia».
Insomma, una presa di posizione fortissima. Che non solo testimonia l’impegno della Pascale sul tema dei diritti, ma mette il dito nella piaga su una ferita che non pochi tra gli azzurri, parlamentari e no, hanno subito sul tema. Non a caso, FI ha deciso di lasciare totale libertà di coscienza ai suoi parlamentari nel voto sul ddl Zan, pur essendosi dichiarata contraria al provvedimento e aver proposto assieme agli altri partiti del «centrodestra di governo» un testo alternativo che inasprisce le pene per reati contro donne, genere, minoranze, disabili ma eliminando la parte che definiscono «un tentativo di censurare la libertà di espressione».
La battaglia è ancora in corso in commissione e sarà dura per la maggioranza evitare una lacerazione, ma in questo momento c’è chi dice con chiarezza da che parte sta. In attesa che altri nel centrodestra manifestino la loro più che dubbiosa posizione.
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