Decreto Sostegni, ecco come saranno i nuovi assegni di mantenimento
GIACOMO GALEAZZI
ROMA. Con l’ok al maxi-emendamento del governo al decreto Sostegni è
stato istituito un fondo da 10 milioni per aiutare i genitori separati o
divorziati (in difficoltà economiche per la crisi Covid) a garantire
l’assegno di mantenimento. Il beneficio massimo è di 800 euro al mese. «
La drammatica pandemia che si è abbattuta sul nostro Paese ha reso
ancor più necessaria e urgente l’adozione di misure di supporto alle
famiglie italiane e la semplificazione di quelle già esistenti- afferma
alla Stampa.it l’avvocato Luigi Romano, segretario generale, del Movimento genitori separati-.
È in questa cornice che il Parlamento, dopo mesi di riflessioni e
dibattiti, ha adottato lo scorso 1° aprile 2021 la legge numero 46 del
2021, con cui ha delegato il governo ad adottare, entro 12 mesi dalla
sua entrata in vigore, uno o più decreti legislativi volti a riordinare,
semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico,
sostituendo le sei misure oggi previste con un assegno unico e
universale».
Decreti attuativi
«I decreti attuativi dovranno in ogni caso rispettare, principi e
criteri direttivi generali dettati dalla legge delega, a partire dai
criteri dell’universalità e progressività- puntualizza l’avvocato
Romano-.In particolare, alla luce del principio dell’universalità, la
legge 46 del 2021 prevede che ogni famiglia italiana con figli a carico
di età compresa tra i sette mesi e i ventuno anni, possa beneficiare del
predetto assegno unico, comprese quelle categorie in precedenza
escluse, quali lavoratori autonomi e partite Iva».
Assegno unico
Prosegue
il legale: «L’assegno unico verrà riconosciuto non solo ai cittadini
italiani, ma anche a quelli degli altri Paesi dell’Unione europea nonché
di Stati terzi purché siano titolari di permesso di soggiorno, versino
l’Irpef in Italia, vivano unitamente ai figli nel nostro Paese
e, alternativamente, ivi vi risiedano da almeno due anni ovvero siano in
possesso di un contratto di lavoro della durata di almeno due anni o,
naturalmente, a tempo indeterminato». Aggiunge Romano: «Il principio di
progressività, di contro, mira a parametrare l’entità dell’assegno ad
alcuni criteri, tra cui la capacità reddituale dei componenti del nucleo
familiare (individuata tenendo conto in primis dell’Isee, acronimo per
indicatore della situazione economica equivalente), l’età e il numero
dei figli, nonché “i possibili effetti di disincentivo al lavoro per il
secondo percettore di reddito nel nucleo familiare”».
Importi
Non è tuttavia ancora chiaro quale sarà l’effettivo ammontare
dell’assegno. «In attesa dell’adozione dei decreti attuativi, secondo le
prime indiscrezioni, lo stesso dovrebbe variare per i figli di età
compresa tra 18 e 21 anni, da un importo minimo mensile di 40 euro sino
a 97 euro per ciascun figlio, mentre per i figli minorenni da un minimo
di 67 euro sino ad un massimo di 161 euro, sino ad un importo massimo
complessivo di 250 euro. L’importo, inoltre, sarà maggiorato per ogni
figlio successivo al secondo nonché in caso di figli con disabilità. La
legge specifica inoltre che l’assegno spetterà in pari misura ad ambedue
i genitori, ovvero a chi esercita sul minore la responsabilità
genitoriale».
Distinzione
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