Storari: fu Davigo a dirmi di dargli i verbali segreti. L’inchiesta sul «corvo» verso Brescia
di Giovanni Bianconi e Luigi Ferrarella
Il pm milanese Paolo Storari, 55 anni, all’uscita della Procura di Roma dopo l’interrogatorio
«Informazioni comunicate a persona
autorizzata a riceverle». Per il pubblico ministero milanese Paolo
Storari — che con la consegna dei verbali segreti all’allora componente
del Consiglio superiore della magistratura Piercamillo Davigo innescò un
anno fa la bomba esplosa ora con la diffusione anonima di quelle stesse
carte — il caso Amara-Csm-corvo è tutto qui. Per quel che lo riguarda,
dunque, non è un caso. Ma resta indagato per violazione del segreto
d’ufficio, sebbene all’uscita dall’interrogatorio davanti al procuratore
di Roma Michele Prestipino il suo avvocato Paolo Della Sala neghi
l’esistenza di reati. Ricordando che il suo assistito è «un magistrato,
come ce ne sono moltissimi, la luce del cui ufficio resta accesa fino a
tardi la sera, molto amato all’interno del foro e considerato dai
colleghi perché ha sempre saputo lavorare anche con assoluta apertura,
in condivisione con gli altri; è tutto meno che un soggetto portato
all’individualismo». Parole che tendono a stemperare, o comunque non
attribuire a Storari, il contrasto con il procuratore Francesco Greco
che l’ha portato a bussare alla porta del collega Davigo. Ma al di là
dei giudizi dell’avvocato difensore sulla «serenità» del pm inquisito,
resta l’oscura e intricata vicenda del dossieraggio attribuito alla ex
segretaria di Davigo al Csm, Marcella Contrafatto, indagata per
calunnia, e tutte le polemiche che ha provocato. Soprattutto all’interno
della magistratura e del suo organo di autogoverno, con inevitabili
code politiche.
La competenza
Ai colleghi di Roma che hanno nel fascicolo una relazione del procuratore Greco in cui si afferma che Storari riferì che la consegna a Davigo degli interrogatori dove Amara parla della fantomatica loggia massonica coperta Ungheria (luogo in cui politici, magistrati, avvocati, vertici delle forze dell’ordine e professionisti pianificavano nomine e strategie) avvenne a Roma nell’aprile di un anno fa, l’interessato ha invece ribadito ciò che aveva già testimoniato Davigo mercoledì scorso: l’incontro si svolse a Milano, in pieno lockdown anti-Covid, quando il Csm era chiuso e l’ex consigliere non aveva motivo per andare nella capitale.
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