Vaccini, l’Ue si ricompatta. Draghi: “Gli Usa rimuovano il blocco alle esportazioni”

Spesso le parole in politica tradiscono altro, e così mentre si consuma il dibattito sulla proposta americana della liberalizzazione o meno dei vaccini, la Commissione – sempre ieri – ha chiuso l’accordo per l’acquisto di altri 1,8 miliardi di dosi Pfizer entro il 2023, il più efficace (e costoso) fra quelli a disposizione, nato grazie ad una partnership fra il colosso americano dei farmaci e quella che ancora pochi anni fa era una piccola start up tedesca, Biontech.

L’assenza della Merkel a Porto e la decisione di rimanere a Berlino dopo aver chiesto invano il vertice a distanza, lascia a Draghi lo spazio per essere sempre più centrale nel dibattito fra i colleghi europei. Questa volta lo ha fatto su vaccini e lavoro. Ma se nel primo caso ha fatto la parte del gran mediatore, sui temi sociali ha buttato la palla in avanti, proponendo l’istituzione di un fondo permanente contro la disoccupazione. «Il momento è giusto: i Paesi europei iniziano ad accettare l’idea di una politica comune» sul welfare. C’è però da battere le resistenze dei nordici: «Di questo non ne abbiano discusso o forse non ero attento», risponde il premier olandese Mark Rutte. Anche lui, come la Merkel, era assente ingiustificato al vertice.

LA STAMPA

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