Coprifuoco alle 23 e addio all’Rt: nuove regole, revisione dei parametri per i colori delle Regioni
di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini
Il pendolo del coprifuoco, che da giorni oscilla a seconda del diverso grado di prudenza dei partiti, è fermo sulle ore 23. Le Regioni hanno presentato al governo una proposta in cui chiedono di accorciare di un’ora il divieto di circolazione, facendo slittare il ritorno a casa dalle dieci alle undici della sera. A quanto raccontano i ministri, Mario Draghi non vuole per ora andare oltre. I numeri dei contagiati e dei morti toccano la soglia più bassa dallo scorso ottobre, ma a Palazzo Chigi c’è preoccupazione per l’euforia dei tanti italiani che hanno fretta di tornare alla socialità pre-Covid. Le immagini delle spiagge invase nel weekend, gli assembramenti nelle vie dello shopping, le feste di nozze abusive, le risse notturne nel centro di Roma, Milano e Napoli in pieno coprifuoco, allarmano gli scienziati e inducono il governo a prendersi qualche giorno di riflessione in più.
Le aperture
La cabina di regia politica attesa tra oggi e domani dovrebbe occuparsi del decreto Sostegni, eppure il pressing del centrodestra è forte e non si può escludere che si parli anche di coprifuoco e dintorni. «Aperture, aperture, aperture — è il leitmotiv di Matteo Salvini —. Ritorno al lavoro, senza coprifuoco». Ma se il leader della Lega chiede una svolta in settimana, Draghi non cambia linea e continua a muoversi «con gradualità e prudenza». Per quanto determinato a far ripartire il turismo e ad accogliere gli stranieri, il premier non vuole sbagliare i tempi. In asse con il premier, Enrico Letta schiera il Pd «per riaperture irreversibili e contro nuove chiusure» e chiede che siano rispettati «i protocolli e la tempistica che ci siamo dati». E ancora, polemizzando con il leader della Lega dai microfoni di Radio Immagina: «Gli italiani non vanno dietro ai pifferai magici». La stessa dose di prudenza arriva dal M5S, favorevole a riaperture graduali che tengano conto della curva dei contagi e del numero di vaccinazioni fatte: «No al liberi tutti».
Il coprifuoco
Eppure, alla luce dei dati incoraggianti, anche l’ala più prudente della maggioranza è ormai pronta a «riaprire in sicurezza». Luigi Di Maio, che è ministro degli Esteri, chiede di «alleggerire le misure per attrarre turisti in Italia». E Speranza, che ha sempre tenuto la linea del rigore assoluto, è pronto ad allentare il coprifuoco perché vede nei 24 milioni di vaccini somministrati in Italia una garanzia sufficiente per restituire libertà ai cittadini. «Con prudenza, senza sbandamenti né colpi di testa, dobbiamo continuare il percorso delle riaperture», è il ragionamento che il ministro della Salute ha condiviso con gli esperti.
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