Vaccino Covid e varianti: quali funzionano e quanto dura l’immunità?
Domande e risposte su vaccino e varianti Covid, per fare chiarezza sull’efficacia dei preparati e sulla durata dell’immunità che garantiscono. Ha collaborato Mario Clerici, Ordinario di Immunologia all’Università di Milano e Direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi.
Vaccini e varianti: l’efficacia
La
casa farmaceutica Pfizer ha dichiarato che non esistono evidenze che
sia necessaria una nuova formula del suo vaccino contro le varianti. Che
cosa significa?
Il vaccino Pfizer si è dimostrato in grado di proteggere le persone anche nei confronti delle varianti di SARS-CoV-2 più temute.
L’ultimo studio in ordine di tempo, svolto in Qatar contro le varianti
inglese e sudafricana, ha mostrato una buona efficacia del vaccino, che
diventa ottima nella prevenzione di malattie gravi o fatali indotte dal
SARS-CoV-2 mutato. Anche Moderna ha buoni risultati, inoltre sta
studiando un potenziamento del suo vaccino, che ha generato buoni
anticorpi contro la variante sudafricana, e un prodotto specifico
formulato contro tutte le varianti, che ha generato anticorpi ancora
migliori negli studi clinici di Fase 2.
Come si è arrivati a questo risultato?
Da
subito le case farmaceutiche hanno iniziato a fare ricerche nei
confronti delle varianti più diffuse (sostanzialmente l’inglese, la
sudafricana e la brasiliana) e hanno visto che gli anticorpi indotti dal
vaccino sono in grado di bloccarle tutte.
Anche i vaccini a vettore virale come AstraZeneca e Johnson & Johnson sono efficaci contro le varianti?
Sembra che non ci sia una differenza marcata tra vaccini a RNA
messaggero e a vettore adenovirale e che tutti siano in grado di
difenderci. Riguardo ad AstraZeneca inizialmente c’erano dati che
suggerivano che funzionasse meno bene nei confronti della variante
sudafricana, ma in studi successivi le analisi si sono dimostrate
migliori, specie nei confronti della brasiliana. Tutti e quattro i
vaccini in uso oggi in Italia proteggono anche dalle varianti,
soprattutto nel prevenire gravi conseguenze da Covid-19. Ricordiamo che
in Italia la variante dominante è ormai l’inglese (prevalente al 91,6%),
mentre la brasiliana rappresenta il 4,5% dei casi e tutte le altre sono
sotto lo 0,5%.
I vaccini cinesi rispondono altrettanto bene?
I
vaccini cinesi funzionano meno bene anche nei confronti del virus
originario (senza mutazioni significative), perché hanno una protezione
massima del 50%. In alcuni Paesi dove sono stati utilizzati, come il
Cile o le Seychelles, i contagi sono aumentati nonostante un’altissima percentuale di popolazione immunizzata (rispettivamente il 45% e il 60%).
Dovessero sorgere mutazioni peggiori?
Le autorità di Nuova Delhi dicono che sia Astra Zeneca sia Pfizer sono efficaci contro la variante indiana.
con la nuova tecnologica dell’RNA messaggero, nel caso di mutazioni
nuove si troverebbe una nuova composizione in tempi abbastanza rapidi:
si parla di un paio di mesi dall’inizio del processo all’approvazione.
La durata dell’immunità
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