Vaccini, Figliuolo: “Giugno il mese clou: con medici di base e farmacie un milione di dosi al giorno”
Grazia Longo
Nel suo ampio ufficio al primo piano di Palazzo Caprara, ex sede del capo di stato maggiore della Difesa, il commissario all’emergenza Covid, il generale dell’Esercito Francesco Paolo Figliuolo, scorre le notizie trasmesse da un canale tv all news. Il rullo delle ultime novità procede ininterrottamente, ma l’attenzione si concentra, va da sé, su quelle che riguardano la campagna vaccinale.
Generale, qual è la prossima tappa che si prefigge?
«L’imperativo categorico è accelerare. Abbiamo già fatto molto, ma dobbiamo allungare il passo. Il mio obiettivo è superare le 500 mila somministrazioni al giorno entro giugno».
In che modo sarà possibile?
«Occorre coinvolgere maggiormente i medici di base e le farmacie, in modo che il loro intervento passi dall’attuale regime di emergenza a una fase più strutturata. Attualmente l’impiego dei medici di libera scelta non è omogeneo nelle varie Regioni, ma è indispensabile l’adesione uniforme e diffusa e una congrua quota di dosi loro dedicate».
Com’è possibile che le dosi aumentino oltre le 500 mila unità al giorno?
«In
Italia ci sono circa 43 mila medici di famiglia e 20 mila farmacie. Se
ogni medico inoculasse dieci vaccini al giorno, otterremmo
430.000 dosi in più alle quali se ne potrebbero aggiungere altre 100.000
per il ruolo delle farmacie. Le previsioni sono approssimative, ma se
aggiungiamo a queste proiezioni quello che già facciamo possiamo
riuscirci. Teniamo presente che é medici di base sono in grado di
somministrare ogni anno 8-11 milioni di vaccini antinfluenzali in pochi
mesi. I pazienti si fidano di loro, si rivolgono a loro con maggiore
disponibilità rispetto a un anonimo seppur efficiente hub vaccinale. Per
questa ragione auspico una sorta di emulazione virtuosa in modo che
siano gli stessi pazienti a sollecitare il proprio dottore in base a
quello che fanno altri suoi colleghi».
Con
quali mezzi i medici di base verrebbero riforniti del vaccino? E poi,
non c’è il problema della catena del freddo per la conservazione delle
fiale?
«La consegna dei vaccini potrebbe
usufruire del sistema già radicato della distribuzione dei farmaci.
Mentre per la catena del freddo non c’è problema, perché una volta
spacchettate le fiale possono essere tenute in un normale frigorifero.
Ribadisco che dobbiamo accelerare e giugno è il mese clou, quello giusto
per dare la spallata. Sarebbe dunque opportuno che da ciascuna Regione
venissero smistati i vaccini per medici di medicina generale e farmacie.
Anche perché dopo ci sono due mesi in cui molti italiani andranno in
ferie e la campagna vaccinale deve finire entro settembre».
A
proposito di ferie, è possibile effettuare la seconda dose di vaccino
in un luogo di villeggiatura, in una regione diversa da quella di
residenza?
«Sì, attualmente è già
possibile vaccinarsi fuori Regione, ma solo per esigenze particolari.
Non può costituire la prassi, e per le ferie stiamo riflettendo insieme
alle Regioni per trovare possibili ulteriori modalità organizzative».
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