Razzi, sirene e feriti. A Gerusalemme un giorno di guerra
Per ore e ore, Hamas e la Jihad islamica hanno portato avanti, rivendicandola, l’intenzione di colpire civili israeliani. Oltre 150 razzi sono partiti dall’enclave palestinese verso il sud di Israele, senza gravi conseguenze. Con attacchi mirati dell’aviazione, l’esercito israeliano ha dichiarato di aver ucciso 3 miliziani e fatto saltare per aria un tunnel. Mentre il ministero della Sanità di Hamas, a Gaza, parla di 20 morti, tra cui 9 bambini. Gerusalemme, gli scontri tra polizia e plestinesi esplodono dentro la Moschea AlAqsa
Prima ancora dell’ultimatum, Israele si era preparata al peggio. Il traffico aereo era stato deviato. L’esercito aveva chiuso le strade adiacenti la barriera di separazione con Gaza, cancellato i treni tra Beer Sheva e Ashkelon, invitato la popolazione a evitare soste nei pressi delle aree più vicine alla Striscia. Il sistema di difesa aerea di Israele intercetta i razzi lanciati da Gaza
Un epilogo, quello di ieri sera, che Israele aveva cercato con vari sforzi di scongiurare, soprattutto negli ultimi giorni. Quando però era ormai troppo tardi. Non è bastata la sospensione del verdetto della Corte Suprema sulla questione degli espropri delle case dei palestinesi a Sheikh Jarrah. Non è stato sufficiente vietare agli ebrei di salire sul Monte del Tempio – che per gli arabi è la Spianata delle Moschee. Né deviare prima, per annullare poi, il corteo nazionalista per il Jerusalem Day, evitando di creare occasioni di contatti violenti fra i due schieramenti religiosi opposti. Gerusalemme, gas lacrimogeni per disperdere la folla, ancora scontri sulla spianata delle Moschee
Niente ha fermato la forza di inerzia della rabbia palestinese, innescata dalla spirale di tensione cresciuta in giorni e giorni di attriti a Gerusalemme. Le immagini di ieri mattina, della Spianata delle Moschee, erano di guerriglia, con i palestinesi che lanciavano pietre, bottiglie molotov e fuochi d’artificio sulla polizia, e gli agenti che rispondevano con granate assordanti e proiettili di gomma. Gli uni al riparo di paraventi e materassi su cui avevano passato la notte dentro la Moschea di Al-Aqsa. Gli altri dietro a scudi antisommossa. Dopo circa tre ore di combattimenti, i feriti sono stati oltre 300 tra i manifestanti palestinesi, 21 gli agenti israeliani. Scontri in Israele, lancio di pietre contro le macchine: auto investe manifestante
La condanna più energica è arrivata dalla Turchia. Il presidente Erdogan – in un colloquio con l’omologo palestinese Abu Mazen e con il leader di Hamas Hanyeh – ha garantito «di essere pronto a tutto ciò che è in suo potere per mobilitare il mondo intero, soprattutto quello islamico, per fermare il terrorismo e l’occupazione di Israele».
LA STAMPA
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