Israele-Gaza, la guerra si allarga: razzi di Hamas anche su Tel Aviv
di Davide Frattini
dal nostro corrispondente
GERUSALEMME
— Adesso che lo scontro è aperto, le porte alla guerra spalancate, gli
analisti israeliani si esercitano a chiedersi quali pensieri siano
passati per la testa di Mohammed Deif, comandante militare di Hamas, il
suo boss indecifrabile. Avi Issacharoff, tra i più attenti studiosi
delle dinamiche palestinesi, ipotizza che quel richiamo urlato dai
giovani sulla Spianata delle Moschee — «Deif, Deif, radi al suolo Tel
Aviv» — gli abbia forzato la mano sui bottoni dei razzi. Nella speranza,
com’è successo nei round più recenti, che Benjamin Netanyahu scelga un
confronto di durata breve. «Abbiamo vinto la battaglia per
Gerusalemme e stabilito un nuovo equilibrio tra le forze», esulta Ismail
Haniyeh, tra i leader dell’organizzazione. Si illude: la formula che ha
fermato le ostilità in passato — la calma per la calma — per ora non
sembra avere spazio.
Il primo ministro israeliano ha chiuso la riunione del consiglio di sicurezza avvertendo che i bombardamenti si intensificheranno: «Hamas sta per subire una botta che non si aspettava, la pagheranno cara, la campagna va avanti». Invita gli israeliani a prepararsi a un lungo periodo di combattimenti. «È solo l’inizio — continua Benny Gantz, il ministro della Difesa —. Abbiamo ancora centinaia di obbiettivi da abbattere». Le scuole nel Paese oggi restano chiuse, la vita normale interrotta.
Le Brigate Al Qassam, braccio armato dell’organizzazione, sostengono di aver trovato un modo per evadere la difesa antimissile: concentrano centinaia di proiettili (in un caso 137 durante 5 minuti) verso Ashkelon o le altre città a sud e cercano di bucare il sistema Cupola di Ferro. Ci sono già riusciti, alcuni edifici sono stati centrati, due donne sono morte. Un’altra è stata uccisa a Rishon Lezion nel centro del Paese dove i razzi hanno preso i palazzi e un bus in strada, era vuoto. Altre due vittime sono state colpite a Tel Aviv e Lod, oltre 100 i feriti. I jet israeliani hanno colpito la Striscia senza pausa e Aviv Kochavi, il capo di Stato Maggiore, ha fatto capire subito ai vertici delle fazioni quale sarà la strategia: nessuna immunità per i leader, i portavoce dell’esercito annunciano di aver ucciso 15 estremisti, anche comandanti della Jihad Islamica. In totale secondo il ministero della Sanità a Gaza sono state uccise 35 persone, tra loro 10 minori, mentre sono state ferite 203 persone. Gli israeliani contestano la contabilità della morte, dicono che un terzo delle centinaia di razzi è ricaduto dentro la Striscia causando parte delle vittime.
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