Usa, così è stato approvato il vaccino ai 12-15enni. «Stesse dosi degli adulti, risposta immunitaria maggiore»

Anche nei test che state facendo ora con i più piccoli userete dosi uguali?
«Faremo un passo indietro, cominciando a dare dosi più leggere, di un quarto o un terzo, osservando gli effetti collaterali e, se tutto va bene, aumentando via via, potenzialmente fino al livello usato per gli adulti. Abbiamo tre gruppi: tra i 5 e 11 anni, tra i 2 e i 4 anni e tra i sei mesi e i 2 anni. Per esempio, se uso 10 microgrammi di vaccino nel gruppo tra i 5 e i 12 anni e non ci sono problemi, passo a 20 microgrammi, e se riscontro troppi effetti collaterali, non userò quella dose nel gruppo tra i 2 e 5 anni ma solo la dose da 10. Perciò potremmo trovarci a studiare tre dosi tra i 5 e i 12 anni, solo due tra i 2 e i 5 anni e una dose tra i 6 mesi e i due anni. Con il vaccino influenzale la dose che si somministra ad un neonato di sei mesi è uguale a quella di un 64enne mentre a 65 anni si aumenta perché il sistema immunitario non funziona altrettanto bene. Forse alla fine useremo le stesse dosi anche per il Covid, ma vogliamo fare un passo indietro e valutare. Anche per i giovani adulti potrebbero essere sufficienti dosi più ridotte, perché il loro sistema immunitario è più forte, ma quando sei in una pandemia cerchi di dare a tutti la stessa dose se è sicura. Fai gli aggiustamenti più avanti, cercando di ridurre la dose per evitare effetti collaterali. Ma al momento, da un punto di vista logistico, è d’aiuto avere la stessa dose per tutte le età, per non doverle tenere separate e prevenire errori di somministrazione».

Gli effetti collaterali tra i 12-15enni sono maggiori?
«Per i 7 giorni successivi i ragazzi registravano in un diario se avevano mal di testa, dolori muscolari, febbre… Praticamente identici a quelli riscontrati tra i ventenni».

Perché è importante vaccinare i bambini e i ragazzi?
«Quando la pandemia è iniziata si diceva che i bambini non venissero infettati, ma non ci ho mai creduto. È che non venivano testati. Oggi i bambini e gli adolescenti hanno tra le più alte percentuali di infezioni. Anche se il tasso di gravità è assai più basso, non è pari a zero: circa 300 bambini sono morti di Covid negli Stati Uniti. Ci sono due ragioni per vaccinarli: una diretta, cioé proteggerli; 300 morti su 500mila sono niente, tranne se sei uno dei genitori di quei 300 e, allora, è tutto. La seconda ragione è l’effetto indiretto: negli Stati Uniti ci sono persone che stanno politicizzando il Covid. Se vaccini i bambini forse puoi fermare la diffusione tra gli adulti non vaccinati».

CORRIERE.IT

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