Boccia: “Voi salottieri non avete capito perché ci siamo caricati sulle spalle i 5S”
Non mi ha risposto su Fico.
La terza carica dello Stato non va tirata per la giacca. Fico è un napoletano, che ama Napoli e darà sempre una mano alla città. Ma evitiamo di trascinarlo in vicende elettorali.
Conclusione: provate a candidare l’ex ministro Gaetano Manfredi e niente primarie?
Se c’è un documento unitario, e c’è un candidato che incarna quel documento e quella idea di futuro di Napoli, non sono necessarie.
Ci sarebbe da aprire un dibattito su come concepite le istituzioni. Volevate candidare Zingaretti, che è presidente di Regione. Fico è presidente della Camera. Se lo facesse la destra a usare le istituzioni come un ascensore per andare da un piano all’altro, che direste?
Mai usate le istituzioni come ascensori. Premesso che io non ci vedo nulla di male che un sindaco si può candidare in Regione e viceversa, il tema non c’è.
A proposito, c’è anche la Calabria. È vero che avete chiesto a De Magistris di candidarsi alle primarie?
In Calabria vale il ragionamento che Enrico Letta fa ovunque: la Calabria ha bisogno di un centrosinistra unito. Quando si costruiscono processi politici di svolta serve visione e generosità. Se mancano questi due ingredienti non si va lontano.
E dunque?
In Calabria il Pd è aperto al confronto con tutte le forze politiche alternative alla destra, ma gli altri devono mostrare altrettanta generosità. Crediamo molto nella capacità di Nicola Irto di guidare questo processo di allargamento. La destra calabrese, travolta dagli scandali, si batte solo con l’unità dei progressisti e dei movimenti civici e di massa, come i Cinque stelle. A De Magistris dico: non lasciamo la Calabria alla destra.
Andiamo alla morale della storia. Roma dimostra che i Cinque Stelle sono un Vietnam e Conte non controlla pressoché nulla. Vi siete consegnati a una leadership inconsistente e inaffidabile. Andrete avanti così?
Le faccio io una domanda: perché avete l’ossessione sull’alleanza Pd-M5s? E gliene faccio un’altra: ma secondo lei, il più grande partito progressista d’Europa ha il dovere o no di ricercare nella società e nelle istituzioni l’intesa con il più grande Movimento di massa degli ultimi trent’anni? O pensate che la politica si faccia a tavolino o nei salotti o nelle redazioni di giornali e tv con un pannello pieno di brand nati non da un sentimento popolare?
Le rispondo. Quello che lei chiama il più grande Movimento di massa, aggiungo populista di massa, ha dimezzato i suoi voti quando si è alleato con la destra e chiuso i porti. Detto questo, il punto non è un’alleanza col il movimento dimezzato e in crisi, ma come ci si sta e se il più grande partito riformista, come dice lei, la guida o ne è subalterno. A me sembravate subalterni al governo, rinunciando alla discontinuità, e subalterni ora.
Sono in totale disaccordo. Le siamo sembrati subalterni alle regionali, quando Salvini pronosticava il 7 a zero e abbiamo vinto 4 a 3 da soli?
Appunto, avete vinto dove siete andati da soli, e perso sempre assieme, come in Umbria e Liguria. Mi dà ragione.
In Umbria e Liguria abbiamo perso perché erano storie compromesse dai nostri errori degli anni precedenti, come noto. Lei fa finta di non capire: noi ci messi sulle spalle le ragioni dell’alleanza, li abbiamo coinvolti in giunte di regioni dove avevano perso, come in Lazio e Puglia. Perché questo è un lavoro che ha un unico obiettivo: creare un fronte progressista che sconfigga le destre che sono i nostri comuni avversari perché su ambiente, integrazione, sanità, scuola pubblica o Europa o si sta di qua o si sta di la.
Sono i suoi alleati che si definiscono “né di destra né di sinistra”, lo deve dire a loro.
Noi siamo di sinistra e con noi si sta a sinistra, noi abbiamo l’ambizione di guidarlo questo processo.
Boccia, chi sono i Cinque Stelle? Per me, come si vede a Roma, una conventicola di potere che sta oltre la destra e la sinistra, con se stessi. Sono due anni che parlate di alleanza strategica, di “punto di riferimento dei progressisti”, e i risultati quali sono?
Che assieme abbiamo fronteggiato un’emergenza inimmaginabile: E abbiamo lavorato per un anno e mezzo benissimo, e non solo sul terreno sanitario. Quello che abbiamo fatto in Europa unendo le forze è stata una svolta storica e il tratto solidaristico e di giustizia sociale è quello che unisce le nostre forze politiche. Ecco, noi continueremo a parlare, nel mondo post Covid che richiederà più sinistra, agli elettorisapendoche i gruppidirigenti possono cambiare, nel Pd come nel Movimento, gli elettori no.
Ecco, perché, invece di parlare al popolo, ai loro elettori, lanciando una sfida aperta, radicale, continuate questo dialogo con una nomenklatura schiantata?
Non mi faccia scomodare Berlinguer per ricordare a tutti noi che “si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”. Noi continueremo a lavorare ogni giorno per unire e costruire quel fronte ampio di società e di opinione pubblica che sa che votando noi porta ogni giorno gli ultimi al governo.
Lasciamo stare Berlinguer. Chissà cosa penserebbe se vedesse che Conte è più leader in casa vostra che in casa sua. Con la Raggi si è dovuto mettere sull’attenti mentre voi vi mettete sull’attenti con lui.
Questa nonè da lei, è una narrazione renziana, che finì contro un muro nel 2018 quando non solo non facemmo nessuna alleanza ma non c’era nemmeno una coalizione di centrosinistra che oggi abbiamo ricostruito.
È la narrazione di uno che vede che il governo non ha funzionato, un segretario è saltato, e tutto va avanti con lo stesso andazzo. E non funziona. Letta finora si è mosso in continuità o vede discontinuità?
Enrico è ripartito dalle fondamenta del Pd, responsabilizzando gli oltre 5000 circoli e la base, che volutamente Nicola aveva scosso con un gesto doloroso ma di grande generosità. È un lavoro comune che va avanti.
Ci sarà qualche elemento di discontinuità o, come diceva Moretti, continuerete a farvi del male?
Quella che lei chiama continuità io la chiamo coerenza. Ed è un valore. È la forza di chi ha le idee chiare. Giudicateci quando saremo chiamati a sconfiggere le destre dei fili spinati, e l’alternativa sarà tra loro e una società giusta e aperta.
L’HUFFPOST
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