Casini al Colle, il piano di Renzi per isolare M5S e spaccare il Pd
Ilario Lombardo
ROMA. Di Quirinale si discute già, e pure tanto. E come da migliore tradizione i partiti adottano una strategia doppia: testare qualche nome, per tenerne coperti altri. Tre giorni fa, una fonte del Pd ha contattato La Stampa dopo aver letto l’articolo che riferiva delle prime manovre in vista del semestre bianco che a inizio agosto lancerà la sfida per la Presidenza della Repubblica a gennaio 2022. I candidati più probabili che venivano elencati erano l’attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella, se sarà costretto al bis dal groviglio dei veti e dagli eventi che si imporranno dentro e fuori dal Parlamento, l’attuale presidente del Consiglio Mario Draghi, e la ministra della Giustizia Marta Cartabia. La fonte del Pd però aggiunge un nome, che già qualcuno aveva fatto trapelare nei mesi scorsi, Pier Ferdinando Casini, e rivela che la discussione è in fase avanzata e coinvolge anche i partiti del centrodestra. La conferma arriva da una fonte di Forza Italia: il confronto è avviato, ci sono stati colloqui tra leader, incontri, e Casini è in partita nel caso in cui Mattarella non fosse disponibile per un altro mandato, anche a termine, fino alle elezioni politiche del 2023. Quelle che dimezzeranno il numero dei parlamentari. Soprattutto: è la carta che intende giocarsi Matteo Renzi (l’altra che ha in mano è Cartabia), con un’idea ben precisa e politicamente dirompente se dovesse realizzarsi. Perché la scelta di Casini potrebbe in un solo colpo isolare il M5S, spaccare il Pd, e indebolire ulteriormente l’alleanza giallorossa. Come ha dimostrato scatenando la crisi che ha portato alla caduta del governo Conte II e ha aperto la strada per Draghi a Palazzo Chigi, Renzi ha imparato a usare a suo vantaggio l’aritmetica parlamentare e gli interessi a volte convergenti a volte no di deputati e senatori. Di sponda con Base riformista, la corrente del Pd guidata dal ministro Lorenzo Guerini e da Luca Lotti, nata sulle ceneri del renzismo dopo la scissione di Italia Viva e ancora maggioritaria tra gli eletti democratici, Renzi vuole portare tutto il centrodestra sul nome dell’ex leader dell’Udc.
Casini ha un po’ il ruolo di outsider tipico del canone quirinalizio. Ed è anche l’anello di congiunzione tra centrosinistra e centrodestra. Con lo scudo crociato dei nostalgici della Dc sul petto ha prima vissuto la nascita della coalizione plasmata da Silvio Berlusconi e poi subito la fatwa dell’ex Cavaliere. Il salto arriva nel 2018 quando Renzi lo candida nelle liste del Pd e viene eletto al Senato. Oggi siede tra le fila del gruppo delle Autonomie e si è ritagliato il ruolo del vecchio saggio che osserva e commenta i nuovi giovanotti della politica fare e disfare i governi. Ma chi lo conosce e ci ha parlato nel corso di questi mesi sa bene quanto coccoli il sogno del Quirinale, lui che nel curriculum può vantare di essere stato presidente della Camera.
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