Il Fatto quotidiano, Report, Renzi e quel dossier che non ho mai avuto

Tempo dopo – quando Conte e Casalino erano già andati via da palazzo Chigi – venne da me ancora una volta quel collega per dirmi che forse quel carteggio era autentico. Mi fece vedere altra documentazione che avrebbe provato la verità del fatto. Fra questa una distinta di liquidazione Rai per 45 mila euro a una società di cui ignoravo l’esistenza, e un estratto conto di banca lussemburghese di una persona fisica che a me diceva nulla ma che secondo il collega sarebbe stata intervistata da Report con volto oscurato e voce distorta. Non avevo grande interesse per la vicenda che mi sembrava un po’ tortuosa, ma notai che l’importo accreditato da quella stessa società che la Rai avrebbe pagato 45 mila euro era di cifra simile ma inferiore, e quindi provava assai poco. Non solo, sullo stesso estratto conto bancario del signore vidi almeno altri 4 pagamenti della stessa società nei mesi precedenti, tutti di importi diversi. Azzardai l’ipotesi che quel signore lavorasse come consulente di quella società, e che quindi i pagamenti provassero quello e non altro. E dissi al collega che noi non potevamo esibire come prova un documento come la distinta bancaria che perfino con rogatoria giudiziaria si sarebbe faticato ad avere. Secondo me era un falso da gettare nel primo cestino disponibile. Il collega mi ha ringraziato e se ne è andato via con quelle fotocopie che credo abbia buttato nel cestino come avevo consigliato.

Nè io né lui né altri abbiamo scritto un rigo sulla vicenda che per altro non è così rara: capita spesso di ricevere documentazione che non convince o di avere da fonti pure attendibili in passato notizie che ritengo non vere o comunque non verificabili e che non pubblico. Il nostro mestiere non può essere quello dei passacarte, ma nemmeno quello dei collaboratori delle procure. Sapendo che si può sbagliare mille volte nel giudizio continuerò a fare quel che sempre ho fatto: cercare notizie in esclusiva, diffidare per principio di quelle di gruppo, e provare a verificarne l’attendibilità con gli strumenti che ho. Se mi convincono pubblico se non  mi convincono butto via o come in questo caso non ricevo nemmeno la documentazione perché puzza al primo esame superficiale.

IL TEMPO

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