Stare senza mascherina, quando si potrà anche in Italia? Per i vaccinati negli Usa salta l’obbligo
1 – Resta sempre lo strumento più efficace?
La posizione sull’uso delle mascherine all’aperto non è ancora definita. A un anno e mezzo dallo «sbarco» del Covid dalla Cina nel resto del mondo (prima ad essere colpita l’Italia) il dispositivo, che va sistemato su bocca e naso per evitare la diffusione di goccioline infette, continua ad essere lo strumento non farmacologico più efficace contro il Sars-CoV-2 assieme al distanziamento. Il dibattito nella comunità scientifica è molto vivace. Riguarda prevalentemente l’uso all’aria aperta mentre al chiuso la necessità di tenerla non viene screditata. L’unico governo occidentale che ha abolito la mascherina «fuori casa» è finora quello di Israele che il 18 aprile ha decretato che può essere evitata nei luoghi aperti tranne che in situazioni di affollamento.
2 – Quanti sono i contagi all’aperto?
Sono stati pubblicati diversi lavori sull’efficacia della mascherina. Indipendentemente dal tipo (chirurgica, FFP2, etc) serve a evitare almeno il 70% dei contagi negli ambienti chiusi dove il rischio di trasmissione è condizionato dai comportamenti. L’attività che favorisce in assoluto la trasmissione del virus, in presenza di un individuo positivo, è il consumo dei pasti a distanza ravvicinata. All’aperto la questione è diversa. L’aria funge da barriera: «Spazza via virus e batteri», spiegano i microbiologi. Ma gli affollamenti limitano l’azione di «pulizia» da parte dei naturali aiuti atmosferici. Sempre secondo il virologo Fauci «il rischio all’aperto è davvero molto basso». Il New York Times ha riportato altri dati: appena lo 0,1% dei casi sono «aerei».
3 – Servono anche quelle di stoffa? Qual è la posizione dell’«Ecdc»?
Il centro europeo di controllo delle malattie il 23 aprile ha pubblicato delle raccomandazioni: «Quando due persone vaccinate con due dosi si incontrano all’aperto, le misure di mascherina e distanziamento possono essere allentate», purché non siano presenti anziani o soggetti fragili. Sono indicazioni generali che poi devono essere applicate nei singoli Paesi in base alla diffusione dell’epidemia e dei dati sui vaccinati. L’Istituto Spallanzani ha pubblicato un lavoro sull’utilità delle mascherine di comunità (stoffa) oltre che mediche: non soltanto riducono il rischio di trasmettere l’infezione agli altri, ma, in caso di infezione, sembrerebbero anche ridurre la quantità di virus ricevuto da chi la indossa.
4 – Quali sono le regole negli Usa?
Negli Stati Uniti i «CDC» (centri per il controllo e la prevenzione delle malattie) hanno appena pubblicato un nuovo aggiornamento delle linea guida apparse il 27 aprile. Le persone completamente vaccinate, quindi che hanno ricevuto ambedue le dosi o una sola se si tratta del preparato di Johnson & Johnson, sono autorizzate a farne a meno quasi sempre. All’aperto, al chiuso, in mezzo alla gente. Restano le restrizioni in autobus, aereo, treno, metro, strutture sanitarie. Occorrerà però seguire le regole locali che potrebbero cambiare. Il virologo Fauci, consulente del presidente Biden, afferma: «È tempo di transizione. Arriverà il momento in cui le mascherine diventeranno stagionali per combattere la diffusione di questa e altre malattie».
5 – Da noi sono ancora necessarie?
In Italia è presto per avviare ragionamenti. Fino a ieri il Cts coordinato da Franco Locatelli non era stato investito ufficialmente del problema. L’iniziativa sembra prematura considerate le percentuali di vaccinati: «solo» il 13,8% degli italiani infatti ha avuto le due dosi (circa 8,2 milioni), contro il 35% degli americani (117 milioni). Mentre negli Usa già più di metà della popolazione ha avuto almeno una dose (da noi il 30%). È su questo che il presidente Biden ha fondato le basi del suo annuncio. Il premier Mario Draghi su questo punto non si è mai sbilanciato, anzi in ogni occasione ricorda l’importanza di rispettare scrupolosamente le regole. Per Sergio Iavicoli, direttore del dipartimento medico dell’Inail, «si tratta di un presidio ora come ora insostituibile».
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