Nella culla di Guerre Stellari e Jurassic Park è nato l’umanoide-bambino “Made in Italy”
GIACOMO GALEAZZI
ROMA. E’ il «robot empatico» che aspira a riconciliare umanità e tecnologia. Un automa, secondo i suoi ideatori, «capace di interagire, comportarsi e percepire ciò che lo circonda in modo analogo al nostro». Somiglia a un ragazzo di 12 anni, sa parlare, ragionare e capire le emozioni degli esseri umani che ha davanti: si chiama Abel ed è il nuovo robot umanoide realizzato dai ricercatori del Centro di Ricerca “Enrico Piaggio” dell’Università di Pisa in collaborazione con la Biomimics di Londra, i laboratori dove sono nati alcuni dei più famosi “alieni” del cinema, come quelli di Star Wars e i dinosauri di Jurassic Park.
Empatia
«Abel è un robot umanoide sia sotto l’aspetto estetico sia comportamentale», spiega Lorenzo Cominelli, del Centro di Ricerca Enrico Piaggio. «Non solo somiglia e si muove con noi umani, ma è in grado di interagire, comportarsi e percepire ciò che lo circonda in modo analogo al nostro». E’ il risultato finale dalla fusione di due settori della ricerca: la robotica sociale e l’ affective computing, “condite” dall’arte di alcuni dei maestri degli effetti speciali come Gustav Hoegen. Un mix che permette al robot di interagire e allo stesso tempo di studiare l’interlocutore osservandone moltissimi parametri, anche elementi invisibili per l’uomo, come i piccoli cambiamenti termici sul volto visibili all’infrarosso o la frequenza del battito cardiaco, tutti elementi da cui può dedurre quali emozioni prova l’umano che ha di fronte, forse meglio di come può fare un umano. Abel è anche in grado di elaborare concetti astratti, di affrontare ragionamenti deduttivi e induttivi e di formulare ipotesi.
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