Salvini: “Il capo del Pd è ossessionato, parla di me ogni santo giorno”
ALBERTO MATTIOLI
MILANO. «Letta? Evidentemente è ossessionato da Salvini. Continua a parlare di me ogni santo giorno», se la ride Matteo Salvini dopo un veloce passaggio alla manifestazione contro il disegno di legge Zan, in piazza Duomo a Milano. Però è stato lui a sostenere che sarà molto difficile che sia il governo Draghi a fare le riforme. Visto che proprio per questo il governo è nato, ha ribattuto Letta, non si capisce allora cosa ci stia a fare la Lega. Controreplica di Salvini: «Il vero ostacolo alle riforme, soprattutto le due più urgenti, la giustizia e il fisco, non siamo noi. Se la ministra Cartabia venisse a portare in Parlamento una buona riforma della giustizia, i problemi non verrebbero dalla Lega, ma dal Pd e dal M5s».
Però il fatto che vi siate alleati ai radicali per promuovere un referendum sulla giustizia non serve esattamente a rafforzare il governo… «Non vogliamo fare un dispetto a Draghi. Semplicemente, su questo tema c’è un’oggettiva convergenza con i radicali, che su mille altri argomenti la pensano all’opposto da noi. Se la riforma riuscisse a farla il Parlamento, tanto meglio. Ma non credo che sarà facile. Vorrei che fosse chiaro che la Lega non ha alcuna intenzione di creare dei problemi a questo governo. I problemi vengono semmai da chi mi attacca un giorno sì e l’altro pure», insomma da Letta, che Salvini nomina il meno possibile anche perché in casa leghista ieri l’ordine di scuderia era quello di non alimentare le polemiche, e il Capitano deve dare l’esempio. Anche se gli brucia, e lo ripete, che da sinistra non sia arrivata alcuna solidarietà dopo gli insulti e le minacce ricevuti via social per aver espresso solidarietà a Israele attaccato. Ma è un Salvini più di governo che di lotta: «Letta e Grillo ci vogliono fuori dal governo per approvare Ius soli, legge Zan e patrimoniale? Poveri illusi. Gli alleati più leali di Draghi siamo noi», twitterà in serata, lanciando il nuovo hashtag leghista: #ossessionati (sottinteso: da lui).
C’è poi il capitolo Quirinale. Conferma che come nuovo inquilino ci vedrebbe bene Draghi? «La Lega lo voterebbe con entusiasmo. Non credo che succederebbe lo stesso con il Pd, che di candidati al Colle ne ha fin troppi, almeno una decina, e di fronte a Draghi sarebbe in imbarazzo». Ma per il Quirinale si vota l’anno prossimo, dunque Draghi non potrebbe restare a Palazzo Chigi fino alla fine della legislatura, che termina nel ’23… «Questo dovrebbe deciderlo lui. Io mi sono limitato a dire che noi lo voteremmo subito. Non mi permetterei mai di dire a Draghi cosa deve o non deve fare. E comunque mi sembra che ci sia ancora tempo».
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