Caos migranti da Lampedusa a Ventimiglia
Il business dell’accoglienza passa per hotspot e centri ad hoc per migranti. Negli anni le gestioni dei governi di sinistra hanno dato soldi a pioggia a cooperative e associazioni, che hanno guadagnato sulla pelle dei migranti. Quando Matteo Salvini era ministro dell’Interno i fondi a disposizione furono ridotti, ma ora si è tornati alla solita storia che riempie le tasche di chi ha l’appalto per la gestione dei centri. Che in alcuni casi ospitano i migranti in condizioni veramente pessime, come a Lampedusa, dove a causa dell’emergenza della scorsa settimana l’hotspot di Contrada Imbriacola è arrivato a contenere oltre 1.500 persone a fronte delle 250 previste. Molti immigrati hanno dovuto dormire all’aperto, su vecchi materassi, con i servizi igienici intasati. Il centro è gestito dalla Nova Facility di Treviso, una società che dall’istallazione di tubature per il gas e pannelli fotovoltaici è passata, forse fiutando il business, all’accoglienza dei migranti.
Ieri a Contrada Imbriacola ha fatto visita il deputato della Lega Eugenio Zoffili.
«Dopo gli arrivi di massa degli scorsi giorni – racconta -, oggi all’interno della struttura ho rilevato una situazione meno problematica, seppur in un quadro che permane emergenziale. Sono presenti 317 immigrati, dei quali 252 minorenni. Oltre a qualche caso di Covid, tra le patologie rilevate ci sono la scabbia e la tubercolosi che si aggiungono a ustioni e violenze, soprattutto sessuali ai danni delle donne che, in diversi casi, sbarcano gravide a seguito di stupri».
Zoffili racconta che in compagnia del coordinatore locale della Lega, Attilio Lucia, ha incontrato alcuni cittadini: «È la quinta volta che vengo qui – chiarisce -. Tutti mi hanno detto di volere turisti, non clandestini, e per ottenere questo risultato è necessario lavorare di più sui rapporti diplomatici coi Paesi di provenienza degli immigrati. Mercoledì porterò al ministro Lamorgese, che sarà sentita in audizione in commissione Schengen, la situazione e le testimonianze raccolte».
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