Giorgetti: «Riaperture? Volevamo di più, ma andiamo avanti»
Giancarlo Giorgetti, 54 anni, vicesegretario della Lega e ministro dello Sviluppo
«È un passo in avanti verso le riaperture». Giancarlo Giorgetti,
il ministro per lo Sviluppo economico è enigmatico per definizione.
Appena uscito dal consiglio dei ministri, pochi istanti prima di entrare
a una cena all’ambasciata tedesca, sembra soddisfatto dell’accordo
raggiunto. Con alcune riserve.
Lei è stato la voce delle categorie economiche. Che cosa ne penseranno?
«Noi
abbiamo spinto in tutto questo periodo per ottenere qualcosa in più. I
numeri dell’epidemia sono confortanti, e dunque il senso di questo
decreto è “stiamo per riaprire”. Da questo punto di vista, è una buona
notizia».
E perché allora non sembra soddisfatto?
«Perché
noi avevamo posto anche altre questioni. Siamo rimasti un po’ da soli a
fare questa parte, ma quello che ha stabilito il presidente Draghi va
bene».
Perché siete rimasti da soli? E Forza Italia?
«Francamente?».
Francamente…
«Non pervenuta. Francamente, mi sarei atteso qualche sostegno in più, coerentemente con le posizioni che leggo sui giornali».
Ma voi che cosa chiedevate in più?
«L’orario
del coprifuoco noi lo vedevamo in maniera diversa. L’idea era: i locali
chiudano alle 23, ma si dia la possibilità di rientrare
successivamente. Ma questa proposta non è stata accolta».
Non eravate per cancellare il coprifuoco?
«In
ogni caso abbiamo chiesto, e la cosa sarà ribadita nel decreto, che
quando una regione ha acquisito lo status di zona bianca, il coprifuoco
non c’è più. Questo significa che, già oggi, per diverse regioni c’è la
possibilità di guardare al futuro con altri occhi. E il coprifuoco,
dunque, in parecchi casi finirà prima di quanto non dica la regola
generale. È la paura che viene sconfitta dalla realtà».
Ci
sono alcune questioni aperte. Per esempio la finale di Coppa Italia
Atalanta-Juventus e l’inaugurazione della stagione all’Arena di Verona.
«Come se me ne fossi dimenticato. Ho sollevato io le due questioni…».
E dunque?
«Dunque
andiamo verso un’ordinanza di deroga. È chiaro che questi eventi, che
pure hanno un interesse nazionale, sarebbero impossibili da far svolgere
in presenza di un coprifuoco».
Perdoni. Ma se c’è il coprifuoco come misura di sicurezza e di argine alla pandemia, le deroghe non sono concettualmente strane?
«Lo
sono. È quello che ho voluto far notare. Ma qui si è fatto valere il
principio che i biglietti sono nominativi e dunque è possibile
verificare che non ci siano abusi. In ogni caso, ci sono parecchi
segnali di ripartenza: i negozi nei centri commerciali saranno aperti
sin dal prossimo weekend, qualche impianto di risalita ancora potrà
aprire, i ristoranti hanno una data per la riapertura anche al chiuso e
alla sera…».
Resteranno arrabbiati i proprietari delle discoteche…
«È
vero, per loro al momento non c’è nulla. E dunque, come ministero allo
Sviluppo, ho chiesto al ministro Daniele Franco che nel prossimo dl
Sostegni venga stanziata una somma ad hoc a favore di tutti gli esercizi
chiusi per decreto, una forma di indennizzo nei loro confronti. È stata
una mia specifica richiesta».
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