Orlando gela la Cgil sui licenziamenti non si torna indietro

Il governo, aveva spiegato in mattinata Orlando intercettato sempre a Milano dalle agenzie, «sta costruendo una serie di strumenti, una sorta di cassetta degli attrezzi, per dare le risposte a una situazione che non è uguale in tutti i settori e che non è uguale in tutte le aree del paese. Abbiamo bisogno di accompagnare le ristrutturazioni attraverso il dialogo sociale, quindi contratti di solidarietà e contratti di espansione. Abbiamo aziende che stanno cercando di far ripartire gli investimenti e per questo abbiamo previsto la possibilità di un prolungamento della cassa in alcune situazioni specifiche. Abbiamo poi bisogno di incoraggiare i dipendenti in cig e di riportarli al lavoro».

Insomma «piuttosto che norme generalizzate che rischiano di fare dei favori a chi non ne ha bisogno e non dare abbastanza a chi è in grave difficoltà» Orlando vuole vedere se è possibile «declinare meglio gli interventi facendoli corrispondere alle singole situazioni, perché da un lato non tutti i settori hanno reagito nello stesso modo al Covid, dall’altro non tutte le aree del Paese sono nelle stesse condizioni. Quindi sarebbe sbagliato avere strumenti uguali per situazioni diverse». Infine, su come agganciare l’utilizzo della cassa all’autorizzazione al licenziamento, Orlando ha spiegato che «il tema è attualmente in discussione in Parlamento e possono venire fuori anche delle risposte che vanno nella direzione auspicata dai sindacati».

Questo per quanto riguarda il lavoro. Ma Landini da Draghi e dal governo si aspetta anche altre risposte: vuole discutere nel merito di riforme (fisco, pa, semplificazioni, ecc), ovviamente del Recovery plan e di come i nuovi investimenti si tradurranno in nuovi posti di lavoro stabili. E proprio per questo, assieme ai segretari di Cisl e Uil Sbarra e Bombardieri, giovedì scorso ha inviato al premier Draghi ed al sottosegretario alla Presidenza Garofoli una lettera con cui si chiede di attivare tre diversi livelli di confronto: uno a livello centrale, attraverso la partecipazione diretta alla Cabina di regia, per «verificare l’avanzamento del piano e la sua attuazione»; uno a livello dei ministeri, per l’attuazione delle sei missioni e delle azioni trasversali, per avere un confronto preventivo su tutto ed una negoziazione sulle ricadute dei progetti; ed infine uno a livello territoriale visto che Regioni ed enti locali gestiranno ben 87 miliardi di euro di progetti. Anche su questo, entro il mese, i sindacati si aspettano di essere di nuovo convocati. Con Landini che ripete: «Se non arrivano le risposte che ci aspettiamo valuteremo cosa fare». Draghi è di nuovo avvisato.

LA STAMPA

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