Perché ha senso Meloni premier

Giovanni Orsina

È realistica, Giorgia Meloni, quando immagina d’installarsi a Palazzo Chigi in un prossimo futuro? La risposta breve è sì. Non so se sia probabile che la coalizione di destra vinca le prossime elezioni e che Fratelli d’Italia ne diventi la forza maggiore, ma di certo è possibile. Il sondaggio Swg di ieri che dà FdI secondo partito a un punto e mezzo dalla Lega conferma questa possibilità. La risposta lunga richiede un ragionamento un po’ più articolato, incentrato da un lato sulla forza elettorale della destra, dall’altro sulla collaborazione conflittuale fra Meloni e Matteo Salvini. La destra italiana è stata «scongelata» quasi trent’anni fa, durante Tangentopoli. In un primissimo tempo, nelle elezioni amministrative del 1993, da Mani Pulite trassero beneficio due forze politiche molto differenti. La Lega Nord era un partito giovane, figlio della crisi politica che aveva preso avvio negli anni Settanta. Il Movimento sociale italiano era invece un partito primo novecentesco: nato subito dopo la seconda guerra mondiale, le sue radici risalivano tuttavia al dopoguerra precedente. In quel momento le due forze non potevano essere sommate l’una all’altra: troppo diverse per storia, troppo poco compatibili per radici sociali e soprattutto geografiche. Doveva emergere l’«anomalia» Berlusconi perché, col tempo e non senza difficoltà, entrassero infine in una vera e propria coalizione. Che avrebbe raccolto quasi la metà dei voti alle elezioni del 2001, 2006 e 2008. Dopo una flessione durata vari anni, alle ultime elezioni europee, nel 2019, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sommate insieme sono tornate esattamente al cinquanta per cento. Una notevole dimostrazione di persistenza: da un lato del blocco elettorale di destra, dall’altro delle tradizioni politiche che sembravano destinate a dividerselo nel 1993, e che si affermano oggi col lento appassire del berlusconismo. Una dimostrazione tale da suscitare il dubbio che quanto negli ultimi anni abbiamo chiamato sovranismo altro non sia che un fenomeno tutto sommato superficiale: la forma contingente di una ben più profonda destra «storica». La stagione sovranista un’eredità tuttavia l’ha lasciata: per quanto in maniera incompleta, la Lega di Salvini ha mutato pelle rispetto a quella di Bossi. E così facendo ha accorciato di molto la distanza politica da Fratelli d’Italia: i due partiti hanno una conformazione ideologica, se non identica, per lo meno simile.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.