Gran Bretagna, paura per la variante Si complica la strada delle riaperture
di Luigi Ippolito
DAL CORRISPONDENTE LONDRA Boris Johnson ha provato ieri a rassicurare: non ci sono «prove conclusive», ha detto, che suggeriscano al governo di cambiare l’attuale tabella di marcia, che prevede la fine di tutte le restrizioni per il 21 giugno. Ma non ci è riuscito del tutto: perché cresce il timore che la variante indiana del virus, che si sta diffondendo in diverse zone dell’Inghilterra, possa mettere a rischio il calendario della ripartenza. «Ne sapremo molto di più nei prossimi giorni», ha ammesso Johnson: che quindi non ha escluso una marcia indietro.
Lunedì hanno riaperto in Inghilterra pub e ristoranti al chiuso, così come cinema, teatri e musei: e ci si può anche tornare ad abbracciare. Per la gente, la vita quotidiana è tornata alla quasi normalità: «Assieme abbiamo raggiunto un’altra pietra miliare sul nostro cammino — ha detto lunedì il primo ministro — ma dobbiamo fare il prossimo passo con una forte dose di cautela. Stiamo tenendo sotto stretta osservazione la diffusione della variante identificata in India».
Gli scienziati inglesi ritengono infatti che ci sia una «realistica possibilità» che la nuova forma di coronavirus possa essere più contagiosa fino al 50 per cento: il che potrebbe condurre a una terza ondata, in estate, anche peggiore di quella subita lo scorso inverno. Già adesso la variante indiana ammonta a un nuovo caso su cinque e si è quadruplicata nel giro di dieci giorni: tuttavia non sembra essere più mortale e la sua diffusione non si è tradotta finora in un aumento dei ricoveri ospedalieri o dei decessi, perché gli attuali vaccini funzionano bene anche con la nuova forma di virus.
È proprio per questo che le autorità britanniche, in una corsa contro il tempo, hanno deciso di accelerare la campagna di immunizzazione: l’intervallo tra la prima e la seconda dose è stato ridotto da 12 a 8 settimane e tra pochi giorni il vaccino verrà offerto alla fascia degli over 35. Finora in Gran Bretagna circa 37 milioni hanno ricevuto la prima iniezione e oltre 20 milioni anche la seconda. Un successo che si traduce in meno di mille persone attualmente in ospedale col Covid e in un numero di decessi giornalieri che ormai si conta sulle dita delle mani.
Ma il timore è che la variante indiana possa compromettere il ritorno alla piena normalità, che Johnson aveva definito «cauto ma irreversibile». Sull’uscita definitiva dal lockdown Boris si gioca la sua credibilità politica e vuole fare di tutto per evitare marce indietro: anche se ormai si parla apertamente del fatto che la data del 21 giugno, per la quale è fissato l’abbandono delle ultime restrizioni, cioè distanziamento sociale e mascherine, non appaia più così sicura. Addirittura, non si esclude l’imposizione di nuovi lockdown locali, specialmente in quelle aree dell’Inghilterra centro-settentrionale più colpite dalla variante indiana.
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