Saper spendere è difficile

di Daniele Manca

I soldi, sebbene presi a prestito, ci sono: 40 miliardi pronti per essere spesi in aiuto di famiglie e imprese intrappolati nella crisi del Covid. Ma si sapranno spendere bene?

Degli 11 miliardi stanziati nel decreto Sostegni di marzo destinati per agevolazioni a fondo perduto alle imprese ne sono stati richiesti solo 8 o poco più. Ne sono avanzati 3. Quei soldi verranno usati nel Sostegni bis che si appresta a cambiare nome e che oggi il governo dovrebbe approvare, per affinare i criteri degli aiuti.

Sinora veniva preso in considerazione solo la diminuzione del fatturato come indice che permetteva di accedere ai sostegni. A settembre avendo a disposizione le prime indicazioni sul bilancio delle aziende, se ne potranno usare altri più utili a individuare le imprese bisognose.

Delle misure, il comparto lavoro sarà quello decisivo. Un’occupazione, un impiego, questo cercano i nostri giovani, questo vuole chi un lavoro l’ha perso. E sappiamo che purtroppo non si crea per decreto. Il lavoro sano è figlio dello sviluppo, della crescita. Di aziende che puntano non solo alle agevolazioni ma al loro futuro e a quello dei loro lavoratori.

Sarà necessario irrobustire le aziende più deboli. Positivo che il decreto contenga una innovativa Ace (aiuto alla crescita economica) per il rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese. Gli imprenditori che metteranno capitali propri nelle loro aziende vedranno lo Stato intervenire con uno sconto fiscale attorno al 3% dell’operazione.

Superando l’idea di dover cominciare sempre da capo, bene aver scelto di usare il modello inglese per le start up. Il meccanismo prevede che se i soldi investiti in una nuova azienda dovessero moltiplicarsi, ebbene su una quota importante non si pagheranno le tasse purché vengano reinvestiti in altre start up.

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