Mattarella, i partiti scommettono sul bis. “Draghi premier fino al 2023”
«Dobbiamo creare le condizioni perché resti anche come leader politico», sostiene infatti il renzianissimo Gianfranco Librandi. Una maturazione politica inattesa che potrebbe solleticare l’interesse di altri potenziali candidati del Pd al Colle – da Dario Franceschini a Paolo Gentiloni – che se lo leverebbero di torno come contendente. Di certo il percorso per portarlo al Quirinale è, nelle cose, il più complicato. Come spiegano fonti di governo, a dicembre il Recovery plan sarà ancora una creatura in fasce, e a Bruxelles, dove a fine anno verrà staccata la seconda tranche dei finanziamenti, vivrebbero come un incubo non trovarselo più al governo come garante delle riforme.
Va da sé che il totonomi già impazza. Il M5S, sulla carta è il primo partito del Parlamento, è in disgregazione, incapace al momento persino di dotarsi senza troppi strappi di un capo politico. Ora i grillini prendono tempo. Vito Crimi ha sempre sostenuto che, per il Colle, la scelta sarebbe stata tra la continuità (Mattarella) o la discontinuità. Nel secondo caso, una donna sicuramente sarebbe ipotesi che troverebbe il favore di tanti. La candidata più scontata è la ministra della Giustizia Marta Cartabia. Ma al M5S non va giù e anche dentro il Pd trova molte resistenze tra chi la considera troppo vicina a Comunione e liberazione. Un banco di prova per lei è sicuramente la riforma della giustizia, altamente divisiva per i partiti. Se andasse bene al centrodestra, potrebbe anche facilitarle la corsa al Quirinale, magari lanciata da Renzi. L’altro nome che l’ex rottamatore aveva in serbo è quello di Pierferdinando Casini, ex presidente della Camera. Se non verrà bruciato, potrebbe spezzare l’asse Pd-M5S favorendo un’alleanza strategica tra centrodestra-Italia Viva e un pezzo dei dem. Ma dentro il Pd, nell’area che fu renziana e che rappresenta ancora oggi il corpaccione parlamentare, si fa anche il nome di un’altra donna, Anna Finocchiaro, ex senatrice e magistrato a riposo. Più facile che sia lei e non Rosy Bindi, ipotesi auspicata più a sinistra e tra non pochi grillini.
LA STAMPA
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