Migranti, il muro del Nord: “Qui non li accoglieremo”

Francesco Grignetti

ROMA. Gli sbarchi aumentano. Altri ne sono previsti perché i trend parlano chiaro. E così l’immigrazione torna a incendiare il dibattito politico. Matteo Salvini, con il consueto fiuto da animale politico, incassata una vittoria sul fronte delle aperture, è immediatamente ripartito alla carica. Se prima nel mirino aveva il ministro Roberto Speranza, ora sta «massaggiando» Luciana Lamorgese. E dalle punzecchiature si è passati ai cazzotti. Tre giorni fa, così parlavano Fabrizio Cecchetti, coordinatore della Lega Lombarda e Giacomo Ghilardi, sindaco di Cinisello Balsamo nonché coordinatore regionale dei sindaci leghisti: «I nostri non prenderanno nessuno dei 60 immigrati, sbarcati in questi ultimi giorni in Sicilia, che il ministero dell’Interno vorrebbe inviare in Lombardia». Dove andrebbero appunto 60 immigrati dei 559 che il Viminale vorrebbe smistare tra le Regioni italiane.

È un ordine di scuderia che viene dall’alto, appena mascherato dalla foglia di fico di «fonti della Lega». E infatti i portavoce di Salvini hanno veicolato nei giorni scorsi: «I territori governati dal nostro partito non accetteranno la distribuzione dei clandestini che è allo studio del Viminale». Posizione ribadita ieri pure dal leghista presente nel Comitato Schengen. Di fronte a questo vero e proprio boicottaggio, anche la mite Lamorgese è sbottata: «Non è mica giusto lasciare tutto sulle spalle della Sicilia, solo perché arrivano lì».

Già, perché i numeri sono numeri. Alla data del 18 maggio, negli hotspot c’erano 732 migranti, nei centri di prima accoglienza 49. 759 e nei centri del Sistema di accoglienza e integrazione altre 25. 589 persone, per un totale di 76. 080 presenze. Da inizio anno, sono sbarcati oltre tredicimila. E se queste persone non trovassero spazio in giro per l’Italia, finirebbero tutte imbottigliate in Sicilia. «La redistribuzione è una cosa normale che abbiamo fatto in questi mesi», ha aggiunto la ministra. Che ha tutti i motivi per essere scontenta della risposta europea. Ora lei spera molto in un protocollo in preparazione con Francia e Germania, che dovrebbe rivitalizzare l’accordo di Malta del 2019.

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